PERUGIA – Ha ad oggetto “Iniziative della Giunta Provinciale in merito al Decreto Legge n. 135 del Governo Berlusconi che intende privatizzare il bene comune acqua” l’interrogazione che il consigliere provinciale del Prc Luca Baldelli ha presentato al presidente della Provincia di Perugia.
Nel documento Baldelli ricorda che il Governo Berlusconi ha emanato, in data 9 settembre 2009, il Decreto Legge n° 135 che, all’articolo 15, prevede l’affidamento della gestione dei servizi pubblici a rilevanza economica, in special modo quello idrico, a imprenditori o società in qualunque forma costituite, individuate mediante procedure competitive a rilevanza pubblica o, in alternativa, a società miste pubblico–private, con capitale privato non inferiore al 40%, escludendo affidamenti “in house” a società totalmente pubbliche, controllate dai Comuni, alla data del 31.12.2011.
“Questo Decreto Legge – scrive Baldelli - rappresenta un ulteriore avanzamento sulla via della mercificazione e svendita del bene comune acqua, via già aperta dalla Legge 133/2008, con specifico riferimento all’Art. 23 bis, che già prevedeva, in via ordinaria, il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali a imprenditori o società mediante procedure di gara”.
Il consigliere del Prc fa notare che il Senato ha approvato il Decreto in questione, approdato in discussione anche presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati in data 10 novembre 2009. Lo stesso verrà discusso in aula il 16 novembre. “La Corte dei Conti (Sezione Regionale di Controllo per la Lombardia) – si legge nell’interrogazione - in merito all’applicazione del citato Articolo 23 bis, Legge 6 agosto 2008, n. 133, ha già sentenziato quanto segue: “(…) non è possibile individuare a priori, in maniera definitiva e statica, una categoria di servizi pubblici a rilevanza economica, che va, invece, effettuata di volta in volta, con riferimento al singolo servizio da espletare, da parte dell’ente stesso (…)”; la Regione Puglia, con una Delibera di grande rilevanza sociale, ha deciso la ripubblicizzazione dell’Acquedotto pugliese, definendo l’acqua un “bene comune e un diritto umano universale” e il servizio idrico un “servizio di interesse regionale privo di rilevanza economica”.
"La posta in gioco – scrive ancora Badelli - è la difesa della prima risorsa vitale per l’uomo, che non può soggiacere a logiche mercantilistiche, di speculazione, proprie di aziende private, in special modo quelle a carattere multinazionale. La ripubblicizzazione dell’acqua, nonché la sua tutela come risorsa vitale e bene comune, rappresenta non solo un obiettivo chiesto da una Legge di iniziativa popolare che nell’anno 2007 ha raccolto centinaia di migliaia di firme in tutta Italia, ma è un punto cardine dei programmi delle coalizioni di Centrosinistra, prima tra tutte quella che ha espresso ed esprime il Governo della Provincia”.
Per questi motivi Badelli interroga la Giunta provinciale per sapere se “non sia il caso di intraprendere tutte le iniziative più incisive ed efficaci per chiedere, assieme ai Forum dei cittadini, ai Consigli comunali che sul tema si sono espressi, alle forze sociali che si sono attivate, il ritiro del Decreto Legge e per sapere se non sia opportuno chiedere che il Decreto legge, qualora malauguratamente dovesse essere approvato nel suo impianto generale, escluda dal novero dei servizi pubblici locali di valenza economica il servizio idrico”.
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