di Anna Maria Bruni “La situazione delle carceri umbre continua ad essere molto critica e vicino all’esplosione di possibili conflitti o incidenti”. A denunciarlo Fp Cgil e Uil, Sappe e Sinappe, le organizzazioni sindacali convocate dall’Assessore alle politiche sociali Damiano Stufara, in seguito alla risposta sullo stato delle carceri in Umbria da parte del dott. Ionta, capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. L’assessore Stufara, già il 3 settembre aveva inviato al capo dipartimento una richiesta di valutazione dell’emergenza carcere. “Ancora una volta – continua la nota delle organizzazioni sindacali - dalla risposta si apprende come nessuna fattiva soluzione è stata data al problema della carenza di personale di polizia penitenziaria”. “ Ben 210 unità per il carcere di Perugia, dove i detenuti sono più di 500. Un carcere dove, come segnala l’associazione Antigone, che si occupa dei diritti e delle garanzie del sistema penale operando un monitoraggio costante sulla situazione dei penitenziari italiani, il 90% dei detenuti è tossicodipendente, e negli ultimi 3 anni ha registrato molti casi di autolesionismo, suicidi (5 tentativi nell’ultimo anno) e 4 morti per cause ancora da accertare. Tra le quali, è bene ricordarlo, la vicenda di Aldo Bianzino, tornata agli onori delle cronache con la morte di Stefano Cucchi, il giovane romano morto in circostante ancora da accertare dopo la detenzione al Regina Coeli di Roma e il successivo ricovero al reparto detenuti dell’Ospedale Pertini. Anche il carcere di Spoleto è in soprannumero, arrivando quasi a 500 detenuti. E per la sua specifica connotazione (carcere di massima sicurezza, ndr) – scrivono ancora i sindacati - appare grave la mancanza di personale”. Ma secondo il Capo dipartimento Ionta la situazione non è così allarmante, e comunque simile “alla totalità degli Istituti penitenziari del Paese”. E per quel che riguarda l’incremento del personale, “44 unità” sono state previste per il Carcere di Perugia, 10 per Terni entro il 2010 e 8 per il carcere di Spoleto. Incrementi giudicati dai sindacati del tutto insufficienti ad una gestione dignitosa del lavoro del personale penitenziario. “In particolare” continua la nota - le otto unità preannunciate dal capo dipartimento non andranno neanche a coprire i pensionamenti già preannunciati, venendosi a creare quindi una carenza cronica di ben 70 unità”, e inoltre “l’orario di lavoro” continua a tradursi “continuamente in straordinario e il personale non è più sufficiente a garantire condizioni di “normalità”, mentre “lo stato di emergenza è ormai paradossalmente ‘normale’”. E, come se non bastasse, “mancano risorse per le attività trattamentali e per garantire esigenze primarie alla popolazione detenuta, di cura e igiene quotidiana”. Dove suicidi, atti di autolesionismo e morti “oscure” si stanno susseguendo in modo esponenziale. Ad aggravare ulteriormente la situazione, Ionta fa presente che già dal 1 aprile 2008 la gestione del “servizio sanitario penitenziario è stata trasferita al servizio sanitario nazionale”. “conseguentemente le problematiche relative all’individuazione delle risorse finanziarie – conclude – devono trovare soluzione in altra sede”. “Non ci sono ormai più spazi per azioni di razionalizzazione o riorganizzazione”, scrivono i sindacati. Di fronte a questa “gravissima situazione permane lo stato di agitazione di tutto il personale operante negli istituti umbri, fino a quando non ci saranno risposte concrete”. Condividi