Per Bruno Bracalente, docente universitario ed ex presidente della Giunta regionale, c'è spazio per un modello di sviluppo dell'Italia Mediana in grado di attirare investimenti e di fare concorrenza con il Nord-Est e con il Sud. "La mia è una convizione che viene da lontano, per la precisazione dal 1997 quando come Regione cercammo accordi bilaterali con tutte le regioni dell'Italia centrale. Allora pensammo anche all'Abruzzo che era in forte espansione. Eravamo convinti, in tempi di scissione paventata dalla Lega dei quei tempi, che il modello dell'Italia Mediana poteva essere da cerniera e da esempio per il Paese". Poi però il terremoto e i tempi non ancora maturi hanno messo in un cassetto questo progetto che è di nuovo tornato alla ribalta con gli incontri di forze di sinistra per discurete sul Federalismo. "La tipicità del tessuto economico e sociale dell'Italia mediana è costituita da piccole e medie imprese, innovazione, tutela dell'ambiente, politiche per la qualità della vita, cultura, centro urbani di medie dimensioni e il ruolo importante degli enti locali sulle questione di indirizzo e di sostegno alle imprese. Un insieme di aspetti che ci differenziano dalle altre aree del Paese". Bracalente guarda con grande attenzione a federalismo: "Se è inteso nel modo corretto il federalismo è anche competizione all'interno del Paese. Come Italia Mediana possiamo competere con il Nord Est e con centri del Nord. E questo è possibile grazie alla qualità della vita e alle dinamiche sociali che abbiamo sviluppato. Se guardiamo oltre la crisi e tra dieci anni ci accorgeremo che sempre più persone prima scelgono dove vivere e poi cosa fare. Ci sono esempi di società innovative nate in Umbria con questa logica. Ciò garantirà sviluppo, occupazione e conservazione stessa dell'ambiente dell'italia Mediana".
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