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Per combattere la crisi prima il lavoro Alcune proposte di natura programmatica per contrastare ed uscire dalla crisi da “sinistra”. Questione democratica e questione sociale, le emergenze nazionali al centro della Manifestazione del 5 dicembre. Politiche comuni di servizi ed infrastrutture per l'Italia mediana, un Piano regionale per il lavoro 1. La crisi che sta attraversando l'economia mondiale, amplificata dalla dimensione abnorme assunta dalla finanza, ha le sue radici profonde nell'economia reale, a partire da una situazione di bassi salari, causata da un progressivo spostamento delle risorse dal lavoro alla rendita e al profitto, di precarizzazione del lavoro, di privatizzazione degli istituti dello stato sociale. Se si vuole evitare che la crisi lasci una pesante eredità di disoccupazione di massa, ad iniziare dal lavoro delle donne e dei migranti, ed un aumento esponenziale della povertà è necessario un cambio radicale delle politiche economiche, che, all'interno di un diverso modello di sviluppo, privilegino la produzione di beni fruibili collettivamente, difendano l'ambiente e abbiano al centro la valorizzazione del lavoro umano. 2. Di fronte all'incalzare della crisi, mentre tutti i governi dei paesi occidentali mobilitavano risorse per investimenti pubblici dell'ordine tra i 3 ed i 5 punti percentuali di PIL, l'azione del governo italiano di centro-destra si caratterizzava, al di là dei proclami e degli inviti all'ottimismo, per un assoluto immobilismo, salvo interventi a favore dei soliti noti, come il salvataggio di Alitalia, la cancellazione, con la scusa della semplificazione, di norme di contrasto all'evasione fiscale, per arrivare, da ultimo, all'indecente introduzione del cosiddetto scudo fiscale, con il quale si prevede un meccanismo legale di riciclaggio di denaro sporco. 3. Per rispondere alla crisi, i cui effetti continueranno a farsi pesantemente sentire nei prossimi anni, la Federazione della Sinistra propone, agli umbri e alla coalizione di Centro Sinistra, un piano di interventi mirati per lavoratori, famiglie e piccole imprese, con l'introduzione di un sistema universale di assicurazione contro la disoccupazione e l'inoccupazione, una riduzione della pressione fiscale sui redditi da lavoro dipendente, l'aumento del potere d'acquisto dei salari, degli stipendi e delle pensioni, la riconversione ecologica dell'economia, la messa in sicurezza del territorio, il potenziamento delle fonti alternative di energia, una revisione del sistema di tassazione delle piccole imprese, a partire da quelle artigiane, l'introduzione di una tassazione adeguata delle rendite finanziare, investimenti in ricerca ed innovazione. Questi temi saranno il contributo umbro alla Manifestazione nazionale indetta dalla Federazione della Sinistra e dall'Italia dei Valori per il prossimo 5 dicembre a Roma. 4. Nel corso di questi ultimi cinque anni, sotto l'incalzare della crisi, l'azione riformatrice della Regione ha conosciuto una battuta d'arresto e non è riuscita a trasmettere quell'impulso all'innovazione, indispensabile per superare quei ritardi strutturali che da anni pesano sul sistema economico umbro e, nonostante gli sforzi compiuti, continuano a permanere, costituendo una non secondaria ipoteca per il futuro dell'Umbria. 5. I prossimi mesi ed anni continueranno ad essere segnati dagli effetti della crisi, che si cumuleranno ai nodi irrisolti del passato, conseguenza di un modello di sviluppo eccessivamente schiacciato sul ciclo delle costruzioni ed un insieme di piccole imprese manifatturiere, che stenta a sviluppare relazioni sistemiche, con produzioni prevalentemente orientate al mercato dei consumi, in molti casi in subfornitura e con basso livello di internazionalizzazione e di investimenti in innovazione e ricerca. 6. Il cumularsi di effetti della crisi e provvedimenti del governo, come l'avvio del Federalismo fiscale, mettono in seria discussione la sostenibilità di un modello sociale e di welfare, quale quello costruito in Umbria, chiamato oggi a svolgere un ruolo centrale nell'attrezzare risposte per le fasce più colpite dalla crisi. 7. La Federazione della Sinistra ritiene necessario un rilancio, su basi programmatiche nuove e all'altezza dei problemi che la società umbra si troverà ad affrontare nell'immediato futuro, dell'azione riformatrice della coalizione di Centro Sinistra. Al tempo stesso la Federazione della Sinistra si dichiara indisponibile ad artificiosi allargamenti della coalizione medesima a forze politiche, da sempre all'opposizione dei diversi governi regionali sin qui avvicendatisi. 8. Al tempo stesso l'altezza e complessità dei problemi che l'Umbria, al pari di altre realtà regionali, si trova oggi ad affrontare richiede l'attivazione di politiche comuni da parte di quelle Regioni, genericamente definite dell'Italia centrale o mediana, che presentano forti tratti comuni in termini di modello produttivo e sociale. La Federazione della Sinistra propone che il governo regionale dell'Umbria si faccia promotore di una politica comune delle Regioni dell'Italia mediana, quale strumento necessario per fare massa critica e resistere alla destrutturazione del modello sociale che vuole imporci il federalismo fiscale, ma anche per migliorare l’offerta dei servizi sociali, per definire un livello ottimale del sistema delle infrastrutture in grado di essere un valore aggiunto per il sistema produttivo. E' necessario che le Regioni del centro definiscano politiche comuni e sviluppino una programmazione economica e sociale che vada oltre i propri ambiti territoriali per abbracciare l’intera porzione dell’Italia mediana. In particolare centrale risulterà l'impegno per delineare politiche comuni per quanto riguarda l’offerta dei servizi sociali e la sanità, mettendo in rete le strutture sanitarie ed integrando conoscenze, ricerche e professionalità, e le infrastrutture materiali ed immateriali. 9. La sanità regionale, di cui va salvaguardata la funzione pubblica, deve concretamente assicurare ai cittadini di poter esercitare il diritto alla salute, vanno perciò eliminate quelle storture presenti nel sistema, a partire dai tempi di attesa, che ne limitano l'esercizio. Diritto alla salute vuol dire anche sicurezza, in primo luogo sui luoghi di lavoro. I tristi primati detenuti dall'Umbria in materia di incidenti sul lavoro non sono più tollerabili. 10. Sul fronte delle politiche della conoscenza, la Federazione della Sinistra è convinta che la scuola e l’università della Repubblica debbano mantenere la loro natura pubblica e garantire che l’accesso ai saperi continui a rappresentare un diritto che ogni persona può esercitare. In quest’ottica si impegna a contrastare i provvedimenti della cosiddetta “riforma Gelmini” e le forme di privatizzazione e di dequalificazione dell’istruzione pubblica previste nel disegno di legge Aprea, sostenendo l’azione dei coordinamenti di insegnanti e dei movimenti organizzatisi nel territorio regionale e partecipando alla loro mobilitazione. 11. I trasporti regionali non possono essere emarginati a favore dell'alta velocità. Il lavoro pendolare va tutelato offrendo un efficiente servizio di trasporti che consenta in tempi ed orari accettabili gli spostamenti casa/lavoro. 12. La Federazione della Sinistra, all'interno di una fase di crisi economica che anche nella nostra regione sta producendo pesanti contraccolpi sul piano occupazionale, ritiene prioritario l'impegno per sostenere l'occupazione, e a tale fine ritiene necessaria finalizzare tutte le risorse disponibili, all'interno di un progetto programmatorio, un Piano regionale del Lavoro, che abbia come obiettivo la difesa del lavoro, la sua valorizzazione, la ricerca di nuove e qualificate professionalità. Su questo versante va prevista un'adeguata dotazione finanziaria a sostegno del provvedimento legislativo di istituzione del reddito sociale, attualmente in discussione e da approvare entro la fine dell'attuale legislatura, e vanno introdotti strumenti legislativi di riforma del sistema di ammortizzatori sociali e per il sostegno a riduzioni contrattate di orario di lavoro. 13. A questo obiettivo della difesa e valorizzazione del lavoro, vanno ricondotti gli interventi di supporto al sistema delle imprese esistenti, agevolando quelle azioni che favoriscano, attraverso il consolidamento dei livelli di produzione, la stabilizzazione dei livelli occupazionali. Vanno perciò, anche attraverso interventi legislativi, riviste le norme che regolano i trasferimenti alle imprese, introducendo il vincolo al mantenimento dei livelli occupazionali, prevedendo in questo senso l’impegno a non mutare la consistenza delle unità produttive e i livelli occupazionali di quelle imprese, che, beneficiano degli interventi erogati sotto qualsiasi forma dalla Regione Umbria. Va inoltre previsto il vincolo alla localizzazione, introducendo norme che prevedano, in caso di delocalizzazione la restituzione da parte dell'azienda delle somme percepite a titolo incentivo dalla Regione dell'Umbria. 14 Sempre in questo ambito di difesa e valorizzazione del lavoro la Federazione della Sinistra avanza la proposta che la Regione dell'Umbria si doti di apposito strumento legislativo per favorire la trasmissione della proprietà delle imprese in crisi ai lavoratori dipendenti che decidano di proseguirne l’attività organizzandosi in cooperativa. 15. Per uscire in avanti dalla crisi è necessaria l'attivazione di politiche pubbliche che, privilegiando interventi di sistema, siano in grado di di attuare un cambiamento del modello di specializzazione produttiva. Gli assi attorno a cui organizzare queste nuove politiche non possono che essere la ricerca e sviluppo, il sostegno all’internazionalizzazione, la formazione, il sostegno ai poli di eccellenza. Attorno a questi assi va ricostruita e ripensata la strumentazione regionale a supporto dello sviluppo (il cosiddetto sistema delle Agenzie), e razionalizzata e portata a sistema la presenza a livello regionale dei numerosi poli di alta formazione, riorganizzando il complessivo sistema scolastico, formativo ed universitario. 16. Altro grande terreno di sfida dovrà essere quello del welfare regionale, che in questa fase di crisi è chiamato a svolgere un ruolo centrale, prevedendone un suo consolidamento ma, al tempo stesso, riposizionandolo rispetto alle esigenze emergenti dalla nuova gerarchia del sociale (anziani, famiglie monoreddito, immigrati, disabili). 17. Se aria, acqua, ambiente costituiscono quei beni naturali dai quali dipende la sopravvivenza e la qualità della vita, è necessario che vengano sottratti al mercato, affidandone la gestione alla mano pubblica. La Federazione della Sinistra ritiene imprescindibile un intervento di indirizzo regionale volto alla ripubblicizazione del servizio idrico. 18. La difesa dei valori laici nella società e la difesa della laicità dello Stato e delle istituzioni sono fondamentali per la salvaguardia della libertà e della democrazia da ogni tipo di ingerenza religiosa che assuma connotati integralisti e intolleranti. Per la Federazione della Sinistra Partito della Rifondazione Comunista Partito dei Comunisti Italiani Socialismo 2000 Perugia 13.11.2009 Condividi