sciopero metal..jpg
PERUGIA - Sabato 14 novembre la Cgil porterà in piazza a Roma “i volti della crisi”. Dall'Umbria partiranno decine di Pullman che porteranno nella capitale circa 2.500 lavoratrici, lavoratori e pensionati. E proprio i “volti della crisi” stamattina hanno riempito la sala Proietti della Cgil di Perugia dove si è tenuta una conferenza stampa della Cgil regionale e delle due Camere del Lavoro di Perugia e Terni per presentare la manifestazione di sabato e aggiornare il quadro di una crisi sempre più pesante. C'erano lavoratori della Merloni, della Limoni-Cosmologic, della Cosp Tecnoservizi, della Margaritelli, della Tecnograph, delle Grafiche Benucci. Solo un piccolo, ma significativo campione, di quello che la crisi sta producendo nella nostra regione. Tante storie di lavoratori “scaricati” da un giorno all'altro da aziende che, talvolta, non hanno neanche problemi di commesse. Lavoratori che oggi vedono anche il rischio concreto di un esaurimento della cassa integrazione e che incontrano immense difficoltà a trovare un'altra occupazione. “La crisi continua a far perdere posti di lavoro – ha esordito Mario Bravi, segretario generale della Cgil di Perugia – nella provincia abbiamo 62 aziende metalmeccaniche che fanno cassa integrazione, abbiamo 1000 posti di lavoro persi in edilizia e abbiamo una crisi che dall'industria si allarga agli altri settori del commercio e dei servizi”. Poi c'è la grande partita della Merloni: “Una vertenza nazionale che mette seriamente a rischio la tenuta produttiva e sociale di tutta la fascia appenninica”. E l'altra provincia umbra non se la passa meglio come ha spiegato Maria Rita Paggio, segretaria provinciale della Cgil di Terni: “Al mese di settembre – ha detto Paggio - le aziende della provincia di Terni che hanno fatto richiesta della cassa integrazione sono state ben 110, e il numero dei lavoratori interessati dal provvedimento è di circa 4.000 rispetto ai 7.386 occupati di queste aziende. Inoltre – ha aggiunto Paggio 412 risultano i lavoratori in mobilità o licenziati e 379 con legge 236”. Su Terni spicca poi la vertenza della chimica: sono 600 infatti le famiglie il cui destino è in bilico, legato alle sorti fortemente incerte del polo ex Polymer. “Sabato saremo a Roma non contro la crisi, ma contro un governo che prima la nega, poi dice che è finita e in ogni caso non fa nulla per contrastarla, senza uno straccio di politica industriale”, ha detto in chiusura il segretario generale della Cgil dell'Umbria Manlio Mariotti. “Abbiamo perso in Umbria 6mila posti di lavoro e il tasso di occupazione che era faticosamente salito al 65% è risceso al 63, molto sotto la media del centronord e ad anni luce dall'obiettivo di Lisbona (75%). In pratica – ha spiegato il segretario - in un anno siamo stati ricacciati indietro di 8”. Preoccupa anche il numero di aziende in cassa integrazione in deroga, strumento che denota crisi strutturali: sono mille in Umbria e in continua crescita. Mentre considerando anche la cassa ordinaria si arriva alla cifra di 2.500 aziende coinvolte. Inoltre, la regione sta perdendo “pezzi storici” del suo apparato industriale, come la Seas di Umbertide, tra le principali aziende del centro Italia nel settore edile-stradale, o come le storiche Grafiche Benucci, come la Emicom, come la Trafomec, per non parlare della Merloni”. “Insomma, questi sono i veri volti della crisi – ha detto Mariotti riferendosi ai lavoratori presenti – e sabato a Roma cercheremo di svelarli al Paese, chiedendo che si smetta di fingere ottimismo e si prenda di petto la realtà, mettendo in campo politiche e strumenti in grado di attrezzare il Paese non solo per uscire dalla crisi in piedi, ma per avere i fondamentali necessari a poter competere una volta fuori”. Condividi