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PERUGIA - Dopo il grido di allarme dei giorni scorsi –lanciato nella conferenza stampa unitaria del 21 ottobre- continua a mancare la chiarezza nei riguardi del personale occupato presso la Umbria Incoming. A mobilitarsi le segreterie regionali di Fit e Fisascat, Filt e Uil trasporti. “In questi giorni si sono susseguite decisioni contrastanti tra il Consiglio di Amministrazione di Umbria Incoming e il presidente di Apm. Quest’ultima società, detenendo il 70 per cento del capitale sociale, dovrebbe garantire opportunità di rilancio e non penalizzare le risorse umane impegnate nell’azienda. Tra continue fughe in avanti, nelle quali si dichiarava la valenza dell’accordo sindacale siglato nel luglio 2009, in cui le parti sostenevano un programma di rilancio di promozione turistica e successivi passi in dietro da parte dell’Apm, quest’ultima ha manifestato la necessità di mettere in liquidazione la propria partecipata. In questo quadro di poca chiarezza e poca sensibilità dimostrata – è stato ribadito - le organizzazioni sindacali hanno deciso di avviare un confronto con le amministrazioni pubbliche direttamente coinvolte in qualità di Enti proprietari di Apm. E’ di ieri l’incontro con i rappresentanti dell’amministrazione comunale: il sindacato e i rappresentanti dei lavoratori hanno recepito positivamente i segnali dell’ente. Già intavolati altri appuntamenti con le amministrazioni coinvolte per riunire tutti i soggetti protagonisti della vicenda al fine di individuare le soluzioni in grado di garantire i livelli occupazionali e le professionalità presenti nell’azienda”. Condividi