di Anna Maria Bruni La settimana di mobilitazione indetta dalla Fiom in tutto il paese, per protestare contro la disdetta del contratto in vigore e la firma separata avvenuta senza alcuna consultazione fra i lavoratori, in Umbria e in particolare nel ternano ha assunto una iniziativa che non deve essere sottovalutata. La Fiom Cgil di Terni infatti, ha lanciato la proposta a Fim e Uilm di fare assemblee unitarie per illustrare l’accordo separato del 15 ottobre scorso. Peccato che non ha ricevuto nessuna risposta. “Dunque per oggi 11 novembre – fa sapere il segretario generale della Fiom di Terni Attilio Romanelli – abbiamo indetto uno sciopero di un’ora e mezza in Thyssen, durante il quale si svolgerà l’assemblea nella quale illustreremo l’accordo separato”. “Domani 12 novembre lo sciopero proseguirà coinvolgendo ogni turno, quindi nell’arco di tutta la giornata, e sarà esteso alle partecipate e a tutto l’indotto”. “Avremmo potuto fare assemblee unitarie – insiste Alessandro Rampiconi, responsabile Fiom Terni – nel corso delle quali ognuno avrebbe avuto modo di spiegare la propria posizione. Ma questo non è stato possibile, nonostante che siano state Fim e Uilm a rompere il fronte unitario dando disdetta di un contratto sottoscritto anche dalla Fiom, firmando unilateralmente un accordo con Federmeccanica”. “Chi rompe il fronte unitario deve assumersi la responsabilità delle sue azioni”. Un principio sempre valido, ma a maggior ragione in una fase di crisi epocale come quella nella quale ci troviamo, con dati di cassa integrazione e disoccupazione drammatici e una ripresa tutta basata su tagli del costo del lavoro a 360 gradi. “Questo contratto – continua Romanelli – seppellisce il contratto nazionale così come lo abbiamo conosciuto”. Quella costituzione materiale che “tutela i diritti del lavoratore in tutte le sue forme, dalle rivendicazioni salariali alla rappresentanza sindacale, che si vorrebbe sostituire con gli enti bilaterali, e con una contrattazione integrativa che basta il buon senso per sapere che funziona solo nelle grandi aziende”. “In Umbria – prosegue il segretario – un territorio fatto di tante piccole e piccolissime imprese, dove già il sindacato fatica ad arrivare, vuol dire lasciare il lavoratore alla deriva dei rapporti di forza individuali”. In una situazione di ricatto che porta alla rassegnazione, se non alla disperazione. “E’ evidente che ogni territorio ha la sua specificità anche dal punto di vista della cultura sindacale – è ancora Romanelli – ma che si pone un problema di democrazia, che coinvolge tutti i lavoratori come cittadini portatori di diritti è un fatto. L’accordo separato del 22 gennaio ridisegna la filosofia dei rapporti industriali, ricacciando i lavoratori in una situazione di ricatto e rassegnazione, e questo contratto ne è la logica conseguenza, perché rompe quella dinamica di socialità e solidarietà che è sempre stata la forza con cui i lavoratori hanno saputo unirsi e lottare”. Questa cultura va difesa e ricostruita. Cominciando dalle assemblee di oggi e domani, e insieme a tutti i lavoratori, sabato prossimo 14 novembre a Roma, per la manifestazione nazionale organizzata dalla Cgil, che sarà lanciata dalla Cgil di Perugia domani in conferenza stampa. “Sono previsti 20 pullman da Terni – fanno sapere dalla Cgil - con partenza alle 11,30 dal terminal Atc e 40 tra Perugia e provincia”. Partenze sono previste anche da Nocera, Foligno, Spoleto, Norcia, Bastia, Bastardo, Tavernelle, Castiglione del Lago, Marciano, Todi, San Giustino, Città di Castello, Umbertide, Gubbio e Gualdo”. Luoghi, orari e responsabili su www.cgilumbria.it Condividi