Cresce l'allarme, con l'avvicinarsi della fine dell'anno, tra i lavoratori del tabacco, settore con circa 8mila addetti in Umbria, suddivisi tra la parte "verde" e quella industriale (trasformazione più indotto) e quasi tutti concentrati nella zona dell'Alto Tevere. Allo scadere del 2009 infatti cambierà il regime di disaccoppiamento degli aiuti europei al settore: aumenteranno cioè i finanziamenti slegati dalla produzione, fatto che potrebbe indurre le aziende a ridurre drasticamente le produzioni.
Ieri a Città di Castello presso la Camera del Lavoro cittadina si è tenuto un incontro tra le Rsu Flai delle aziende del tabacco e la segreteria regionale della Flai Cgil per fare il punto della situazione a seguito dell'incontro con l'assessore regionale, Carlo Liviantoni, sull'approvazione del Psr (Piano di sviluppo rurale) da parte della Regione e a dopo la riunione del tavolo di filiera nazionale che si è tenuta recentemente a Roma.
"Dall'incontro di ieri emerge la fortissima preoccupazione dei lavoratori per il futuro del settore e soprattutto per le migliaia di posti di lavoro che rischiano di essere messe in discussione in Umbria " afferma Sara Palazzoli, segretaria regionale Flai Cgil, che aggiunge: "E' noto come nella nostra regione molte famiglie vivano della lavorazione del tabacco, in particolare quelle immigrate che grazie al tabacco si sono costruite una vita in Italia. Per questo - prosegue Palazzoli - appare ancora più assurdo, in un momento di crisi economica senza precedenti come quello attuale, mettere in discussione un settore così rilevante per il territorio, andando a creare una crisi sulla crisi già in atto".
La segreteria della Flai Cgil annuncia dunque che darà seguito all'incontro con i lavoratori chiedendo immediatamente un tavolo con il sindaco di Città di Castello, Fernanda Cecchini, che è anche presidente dell'Associazione Città del Tabacco.
La Flai Cgil sollecita inoltre il ministro Zaia a riprendere il ragionamento avviato a suo tempo dalla presidente della Regione Umbria Lorenzetti e dall'allora ministro Alemanno con le tre grandi multinazionali del tabacco per favorire l'acquisto del prodotto italiano e umbro.
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