PERUGIA - Il Consigliere Provinciale Luca Baldelli (Prc), con un’interrogazione rivolta alla Giunta Provinciale in merito alla rilevazione di emissioni inquinanti nel territorio di Gubbio, chiede “se non sia il caso di attivarsi, di concerto con Arpa e Comune di Gubbio, per affinare il sistema di rilevazione delle centraline attuali, colmando le lacune presenti”.
Inoltre, Baldelli chiede se non sia opportuno, in virtù dei compiti della Provincia, e della sua missione istituzionale di ente di raccordo di area vasta, costruire assieme ai Comuni della provincia esperienze analoghe a quella eugubina, nella convinzione che il diritto dei cittadini alla tutela dell’ambiente nel quale vivono non può che poggiare sul diritto di accesso a dati completi ed esaustivi relativi allo stato di salute dell’ambiente stesso”.
Baldelli, nel documento, sottolinea che “nel territorio eugubino sono presenti attività economiche altamente impattanti, fermo restando il valore aggiunto prodotto e le ricadute occupazionali, e in virtù di questo e in nome del diritto dei cittadini di accedere a tutti i dati che riguardano le emissioni inquinanti prodotte da impianti industriali e quant’altro, sul territorio eugubino sono state collocate, con un grande lavoro sinergico da parte di Arpa, Provincia, Regione e Comune, cinque centraline (gestite dall’Arpa) in prossimità dei centri abitati e dei maggiori stabilimenti industriali, i cui dati, relativi a So2, No2 e polveri, vengono trasmessi all’Arpa, validati e poi resi di pubblico dominio”.
“Un sistema di rilevazione – prosegue Baldelli - pur senza precedenti nel territorio eugubino – gualdese per capillarità e valore informativo, che presenta tuttavia alcuni limiti e carenze da colmare progressivamente nel tempo, che sono le seguenti: le particelle PM 2,5, ossia le più pericolose, vengono messe insieme con le particelle PM 10, invece di essere scorporate; l’Ozono viene rilevato in una delle cinque centraline in questione, mentre è assente la rilevazione del Nox; il sistema fondato sulla validazione dei dati come condizione per la pubblica fruizione degli stessi, non consente la trasmissione in tempo reale dei dati stessi, obiettivo da perseguire e possibile da realizzare, come dimostrano altre esperienze in altre parti d’Italia”.
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