PERUGIA – La Commissione attività economiche e governo del territorio di Palazzo Cesaroni, presieduta da Franco Tomassoni, ha approvato a maggioranza, con l'astensione dell'opposizione, l'atto amministrativo e il disegno di legge “Norme in materia di tutela e salvaguardia delle risorse idriche – Piano regionale di tutela delle acque” stilati dall'Esecutivo di Palazzo Donini.
Varie riunioni dell'organismo consiliare (a cui ha partecipato anche l'assessore all’ambiente Lamberto Bottini) sono state dedicate all'analisi e alla discussione delle misure di tutele delle acque. Il confronto si è incentrato in modo particolare sulle osservazioni emerse durante l'audizione pubblica indetta sul Piano (portata minima vitale dei fiumi, bilancio dei corpi idrici sotterranei, il monitoraggio dei prelievi, l'incentivazione alla riduzione dei consumi, l'utilizzo agricolo degli effluenti zootecnici, l'utilizzo di fonti di approvvigionamento alternativo, l'incentivazione di sistemi di trasformazione degli effluenti suinicoli mediante le “migliori tecniche disponibili”, la fissazione del limite massimo di suini che possono essere allevati in un territorio).
Dal confronto in Commissione sono emerse alcune proposte di modifica che l'assessore Bottini ha presentato ad integrazione del Piano. Queste riguardano la corretta gestione degli allevamenti zootecnici, per migliorarne la sostenibilità ambientale e l'incidenza in termini di immissione di azoto nelle falde, l'incremento di controlli e monitoraggi sugli interventi di ammodernamento e sul funzionamento degli impianti.
In particolare, per quanto concerne lo smaltimento dei reflui zootecnici, viene previsto che nelle aree critiche (Lago Trasimeno, torrente Nestore, fiume Chiascio, Lago di Piediluco, medio Tevere, torrente Marroggia, torrente Teverone, media valle del Tevere sud, Valle umbra: Petrignano di Assisi, Foligno e Spoleto) gli allevamenti debbano essere gestiti secondo le “migliori tecniche disponibili” e nel caso in cui non siano presenti impianti di depurazione, i reflui liquidi debbano essere trasformati in solidi e quindi in compost. La fertirrigazione sarà consentita (fuori dalle zone critiche) su terreni di proprietà dell'azienda per almeno 5 anni, previa redazione del Documento unico di comunicazione (che riporti l'ubicazione esatta dei terreni e sia sottoscritto da tutti i soggetti responsabili dell'intero ciclo di utilizzazione agronomica) e la presentazione di un Piano di utilizzazione agronomica.
Durante la seduta odierna il consigliere Massimo Mantovani (Pdl) ha chiesto chiarimenti circa tre questioni in particolare: la possibilità, per i piccoli allevatori che operano al di fuori delle 'aree critiche', di utilizzare la fertirrigazione; la predisposizione di norme transitorie che valgano fino alla costruzione dei nuovi impianti di smaltimento dei reflui; la possibilità, dove non esistano impianti di smaltimento, di costruire piccoli impianti (aziendali o consortili) di depurazione. A questo proposito l'assessore Bottini ha spiegato che la fertirrigazione potrà essere praticata dagli allevatori con meno di 900 capi (pari a 250 unità bestiame adulto), laddove non esistano appositi impianti di depurazione dei reflui; potranno essere stipulati, in via transitoria, protocolli di intesa per consentire lo smaltimento dei liquami in attesa della messa a punto dei biodigestori; nelle aree in cui non sono presenti depuratori potranno essere costruiti impianti di depurazione a livello aziendale o consortile.
A margine dei lavori della Commissione, Armando Fronduti (FI–Pdl) ha evidenziato che “occorre coniugare la tutela ambientale con la garanzia di sopravvivenza dell'imprenditoria agricola, in particolare nel comparto suinicolo. Non possiamo permettere, in un momento di grave crisi economica, la chiusura di 2/3 delle mille imprese umbre. Dovrà essere cercata, anche in Consiglio, una condivisione che garantisca la sicurezza dei cittadini e l'occupazione di quasi 2 mila lavoratori. L'astensione in commissione da parte del Pdl è un segnale importante che la maggioranza deve recepire”.
I relatori del provvedimento in Aula saranno Franco Tomassoni (Pd) per la maggioranza e Armando Fronduti (Fi–Pdl) per l'opposizione.
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