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PERUGIA - La Giunta regionale dell’Umbria ha approvato, su proposta dell’assessore Maria Prodi, il programma annuale 2009 del sistema integrato dei servizi socioeducativi per la prima infanzia e (compreso all’interno di questo) il piano di ripartizione dei contributi ai Comuni per la gestione degli asili nido, per l’anno scolastico 2008/2009. Si tratta in totale della somma di 2.725.953 euro. La maggior parte di essa, pari a 1.905.953euro, sarà utilizzata per il finanziamento dei nidi comunali o convenzionati. Altre risorse saranno destinate al finanziamento di servizi pubblici e privati per la prima infanzia (645mila euro) e alla sperimentazione didattica (175mila), all’interno della quale è compreso anche il sostegno al “nido” dello stabilimento Nestlè di Perugia, costituito su iniziativa concordata tra Regione, Comune e impresa. L’inserimento di bambini disabili all’interno dei nidi è stato riconosciuto con il contributo di 2.500 euro a bambino. In Umbria, al 1 gennaio 2008, la popolazione 0/36 mesi era pari a 23.743 unità. Il sistema pubblico/privato è stato in grado di accogliere 6.791 bimbi, pari ad una percentuale del 28%, di gran lunga superiore alla media nazionale che è del 12. L’Umbria è vicina, fanno notare gli Uffici della Regione, agli obiettivi della Conferenza internazionale di Lisbona sull’infanzia, che prevede una “copertura” del 33% del fabbisogno di asili e servizi per i primissimi anni di vita. In Umbria, nell’ambito del Piano straordinario 2007/2009, sono stati realizzati 574 nuovi posti “nido”, mentre in 56 asili è stato allargato l’orario di servizio. Nove asili che prima potevano accogliere bimbi soltanto a partire dai 12 mesi di età, sono ora aperti ai neonati. L’ulteriore sviluppo e ampliamento dei servizi socioeducativi è il primo obiettivo del programma 2009 che punta inoltre al consolidamento di quelli esistenti e delle sperimentazioni avviate. “L’offerta umbra di servizi e strutture per la prima infanzia ha detto l’assessore Prodi – è di gran lunga superiore a quella nazionale e si avvicina agli obiettivi europei e internazionali più avanzati. Su queste strada intendiamo continuare, nonostante le restrizioni finanziarie. Un sistema educativo affidabile ed efficiente, per la maggior parte pubblico, che liberi la donna da una parte delle spesso soverchianti incombenze ‘domestiche’, è utile al benessere della famiglia e indispensabile alla ‘liberazione’ della figura femminile. Ed è – ha concluso Prodi – utile anche alla salute e alla formazione del piccolo individuo”. Condividi