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PERUGIA - Respinto al mittente l'invito rivolto ieri alla Cisl e alla Uil dal segretario provinciale della Cgil di Perugia e dal delegato Fiom Recchioni, per una mobilitazione unitaria in difesa del lavoro. Oggi, con due note separate, ma inviate assieme dall'ufficio stampa della Cisl di Perugia, sia Sbarra, per conto della Cisl, che Bendini, per conto della Uil, hanno seccamente declinato l'invito. In particolare il segretario generale regionale Cisl Umbria Ulderico Sbarra ha osservato che “certamente sono state più sensate e condivisibili le parole del delegato che ha sostenuto che è necessario mettere da parte tutte le strumentalizzazioni politiche e lavorare unitariamente per arginare la crisi di tutta la fascia appenninica, questo contrariamente alla linea propagandistica e strumentalizzata, abbracciata dalla Cgil di Perugia,ormai appiattita sulla posizione della Fiom”. Sbarra ha inoltgre sottolineato che “nella vicenda Antonio Merloni, quello che sconcerta è l’asimmetria degli atteggiamenti nazionali da quelli locali, che passa da un livello ministeriale che ha istituito i commissari e i bandi, a un livello locale che si dibatte disordinatamente senza mettere in campo nulla di concreto. A dimostrazione di ciò, dopo tanti anni non è stata attivata seriamente nemmeno l’Agenzia Sviluppumbria. Come per altro non si sono verificate sinergie per sviluppare produzioni interessanti quali quelle dell’Angelantoni, una possibile sinergia con il sito produttivo di Nocera e le opportunità di sviluppo a queste legate. Sconcertante anche l’atteggiamento del sindaco: molto sensibile alle vicende umane dei lavoratori e molto meno a quelle dei profughi politici. Pronto ad andare sul campanile con i lavoratori e, altrettanto solerte, a negare un centro di accoglienza per i profughi politici, confondendo gli stessi con i generici migranti. Le opportunità politiche e la propaganda, come bene dice il delegato, dovrebbero stare fuori da questa vicenda per concentrarsi, invece, sull’attività sindacale per tendere, anche attraverso un processo unitario, alla costruzione infaticabile di obiettivi comuni e ai tavoli di trattativa, i soli che possono dare risposte concrete alla crisi della Merloni”. “L’emergenza –ha affermato sempre Sbarra- richiede buon senso e responsabilità: un lavoro finalizzato all’ideazione e alla realizzazione di un pacchetto da costruire e condividere tra le parti sociali, la parte datoriale e le istituzioni. Progetti che devono garantire un reddito ai lavoratori e la certezza della produzione. Noi cerchiamo di interpretare gli interessi dei lavoratori anche quando gli evitiamo manifestazioni generiche e confuse, per altro largamente strumentalizzate dai partiti politici. La Cisl è sempre stata pronta e sempre lo sarà a confrontarsi anche unitariamente per costruire percorsi, obiettivi e, se occorre, strumenti necessari per sostenerli. Gli inviti alle manifestazioni, unilateralmente decise, le decliniamo cordialmente”. Da parte sua il segretario regionale Uil Claudio Bendini, nell'affermare che la segreteria regionale della Uil non condivide la proposta di sciopero generale lanciata giovedì dal segretario provinciale della Cgil, Mario Bravi, ha aggiunto: “Se scioperare fosse sufficiente a risolvere i problemi dell’industria, dell’economia, dei salari e delle pensioni in Umbria come in Italia, ci troveremo in una posizione ideale, probabilmente tra i primi classificati a livello mondiale. Purtroppo non è così, la realtà è ben diversa, serve trovare soluzioni concrete che non si risolvono ‘tacitando la coscienza’ ma ricercando soluzioni con gli interlocutori istituzionali”. In particolare, secondo Bendini “lo sciopero è lo strumento più importante e più delicato che il sindacato ha a disposizione e non può essere inflazionato, altrimenti perde il suo valore e la sua forza originaria: deve creare concrete preoccupazioni ai datori di lavoro e alle istituzioni. Allo stesso modo, i lavoratori sanno che scendere in piazza e rinunciare allo stipendio è utile per conseguire un obiettivo realisticamente raggiungibile”. Da qui la risposta negativa alla proposta avanzata da Bravi: “Diciamo no – sempre Bendini – allo sciopero generale della fascia appenninica. Inoltre, riteniamo che il metodo adottato, quello di comunicare a mezzo stampa, sia migliorabile, tenuto conto che in Umbria abbiamo sempre fatto attività unitaria ad ogni livello e su ogni argomento, nonostante le divergenze esistenti sul modello contrattuale e su alcuni rinnovi dei contratti di lavoro”. Secondo il segretario regionale Uil, serve un’azione sindacale comune: “Chiediamo alla Cgil di incontrarci unitariamente per valutare nel merito le responsabilità e i ritardi delle istituzioni nazionali e locali, del sistema bancario, degli industriali e dei commercianti. Siamo tutti convinti della gravità della crisi e consapevoli che forse in Umbria sarà più difficile agganciarsi al treno dello sviluppo, proprio a causa dei problemi strutturali che affliggono la regione. Questi, però, non sono certamente risolvibili salendo sulle torri, ma ricercando soluzioni concrete. La finanziaria regionale rappresenta l’occasione giusta per valorizzare un’iniziativa sindacale unitaria, cercando di promuovere quelle azioni che siano utili per lo sviluppo e l’innovazione del sistema produttivo umbro”. Condividi