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di Anna Maria Bruni E’ proseguita anche stanotte l’occupazione da parte di un gruppo di lavoratori degli uffici della direzione aziendale dello stabilimento Merloni di Fabriano. Con gli operai, due donne e sette uomini, tutti in cassa integrazione, c’è anche un delegato della Rsu, Andrea Giacobelli, della Fiom-Cgil. Hanno trascorso la notte nei sacchi a pelo, mentre altri compagni di lavoro li hanno riforniti di acqua e viveri. Ora si trovano ancora negli uffici, in attesa dell'esito degli incontri tra la Rsu e l'azienda, tuttora in corso, mente i cancelli della fabbrica sono presidiati dai compagni di lavoro insieme a lavoratori delle imprese terziste, rappresentanti di partiti, movimenti e centri sociali. Ieri la vertenza dell'azienda in amministrazione controllata ha avuto un'accelerazione dopo il via libera del ministero dello Sviluppo economico alla stipula dell'Accordo di programma a favore dei territori e dell'indotto di piccole imprese dell'entroterra coinvolti dalla crisi dell’azienda madre. Inoltre, è stato dato il via libera alla proroga dell’amministrazione controllata prevista dalla legge Marzano, consentendo così la tutela dei lavoratori. “Finalmente anche il ministro ha compreso l'importanza dell'Accordo di programma e recepito le nostre richieste, avanzate insieme alle Regioni Umbria ed Emilia Romagna, in merito agli interventi a favore dei processi di riconversione dei territori e di sostegno all'indotto di piccole imprese dell'entroterra coinvolti dalla crisi della A. Merloni: era ora. Speriamo solo di non aver perso un anno prezioso. Ora subito al lavoro”. Questo il commento del presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca al termine dell’incontro. “La riunione di oggi - ha aggiunto Spacca - apre la strada ad una strategia di resistenza e di attacco per il rilancio del territorio, anche con nuovi progetti di investimento, per creare nuove opportunità di lavoro e salvaguardare la coesione sociale”. Nel corso dell'incontro sono state approfondite le modalità con cui sostenere un processo industriale di riconversione produttiva, come prevede la legge Marzano, indotto da appropriate politiche pubbliche. Per quanto riguarda i nuovi investimenti Spacca ha sollecitato anche il riconoscimento di quella che viene definita la ‘zona franca’, perché di confine fra le regioni interessate, per l'entroterra e illustrato progetti imprenditoriali che potrebbero essere agevolati. “Esiste anche il problema di “industrializzare l'area per riassorbire il personale coperto dagli ammortizzatori sociali: su questo - ha detto - partiranno da subito gli accordi di programma che puntano sui settori fotovoltaico, innovazione tecnologica e sviluppo ecosostenibile”. Il governatore marchigiano ha ricordato che si tratta di 3.500 persone, con un indotto di 13mila imprese. “Abbiamo avuto alcune manifestazioni di interesse per gli asset di Merloni e da parte di imprenditori che vogliono investire, noi come Regione metteremo in campo delle misure incentivanti”. L'entusiasmo per l'esito dell'incontro tra il ministro Claudio Scajola e i presidenti delle tre Regioni interessate è stato però raffreddato dai sindacati. In particolare secondo Gianluca Ficco, coordinatore nazionale Uilm Uil per gli elettrodomestici, per l'azienda fabrianese vi sono alcuni interessamenti ma solo per l'acquisto di asset, e non per il comparto produttivo vero e proprio. Anche il sindaco di Fabriano Roberto Sorci, presente questa mattina al presidio dei lavoratori, manifesta preoccupazione. “Se le cose non dovessero proseguire al meglio, per il distretto della meccanica leggera a cavallo fra Marche e Umbria si apre la prospettiva della zona franca”. Gianluca Graciolini, membro del Comitato Regionale umbro del Prc, sostiene che non basta l'accordo di programma, “bensì serve un intervento diretto da parte del Governo con investimenti e risorse per salvare l'azienda e con essa i posti di lavoro”. Anche Graciolini torna a sostenere la necessità che il Governo riconosca la zona franca e che, in assenza di risposte, i sindacati debbano convocare, "come ha annunciato giustamente la Fiom Cgil, uno sciopero generale in Umbria e nelle Marche per dirimere la principale vertenza del lavoro di queste due Regioni". Anche i vertici locali del Pdci sostengono la necessità di un intervento diretto del Governo, ritenendo insufficiente l’accordo raggiunto ieri a Roma, e si dicono pronti a intervenire “in tutte le sedi, istituzionali e non, affinché si proceda speditamente alla soluzione del grave problema, a fianco dei sindacati per eventuali altre forme di lotta se non verrà stipulato un accordo che garantisca l'occupazione dei lavoratori”. “Accordo che - aggiungono - nonostante il positivo impegno del presidente della Regione Spacca, per responsabilità della latitanza del governo nazionale di centro-destra è ancora lontano dall'essere concluso”. Lunedì prossimo alle 15, presso lo stabilimento fabrianese di Santa Maria, si terrà la prima assemblea dei lavoratori del gruppo A. Merloni sui risultati dell'incontro avvenuto oggi al ministero dello Sviluppo economico. Condividi