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di Anna Maria Bruni 10mila lavoratori metalmeccanici hanno sfilato stamattina a Bergamo, in occasione dello sciopero di 4 ore indetto dalla Fiom. La scelta di manifestare a Bergamo è stata decisa nel corso dell’assemblea nazionale dei delegati Fiom tenutasi il 30 ottobre scorso a Bologna, per contestare l’assemblea organizzata per oggi da Fim e Uilm sul contratto. “Tutti devono sapere quanto sia grave la scelta di Fim e Uilm di non far votare i lavoratori sul loro contratto”, ha detto il segretario generale della Fiom Gianni Rinaldini intervenuto a conclusione della manifestazione. “Alla manifestazione di Bergamo era presente tutta la segreteria della Fiom – fanno sapere dal nazionale - a sottolineare che con lo sciopero e la manifestazione si è aperta la settimana di mobilitazione con 4 ore di sciopero e iniziative in tutto il paese”. “Un grande corteo composto da folte delegazioni di lavoratori provenienti da tutta Italia e in particolare dal centro nord, ha affrontato una pioggia continua per giungere di fronte allo stabilimento della Brembo a Curno” nel bergamasco. Lo sciopero ha registrato “adesioni altissime in tutte le aziende”. E’ quanto riporta una nota stampa del segretario nazionale Fiom Giorgio Cremaschi. Il comizio conclusivo è stato aperto dal saluto del segretario Fiom di Bergamo Mirco Rota. Nel corso dell’intervento Rinaldini ha sottolineato che “la scelta di manifestare sotto la Brembo è voluta perché questa è la fabbrica del vice presidente della Confindustria Bombassei, artefice sia dell'accordo separato sul sistema contrattuale, sia di quello per il contratto metalmeccanici”. “Bombassei - ha detto Rinaldini - ha fatto degli accordi separati una sua scelta di fondo, visto che quando è stato presidente degli industriali metalmeccanici ne aveva già fatti altri due”. Ma la gravità della scelta di Fim e Uilm di accodarsi a questa impostazione è sostenuta dal rifiuto del confronto. Già alla Fiat Sata di Melfi, dove peraltro la Fiom è passata in minoranza nelle ultime votazioni, Fim Uilm, Ugl e Fismic hanno annullato le assemblee sull’accordo separato, rifiutando la proposta Fiom di fare assemblee unitarie. Il risultato – dice il segretario nazionale Fiom Maurizio Ladini – è che quasi 600 lavoratori contro 30 hanno partecipato all’assemblea indetta dalla Fiom, e hanno sottoscritto all’unanimità un ordine del giorno che chiede alle altre organizzazioni sindacali di svolgere un regolare referendum sull’accordo separato”. Nel frattempo, con lettera del 4 novembre indirizzata ai segretari generali di categoria Fim e Uilm, rispettivamente Giuseppe Farina e Antonino Ragazzi, Rinaldini ha dato disdetta del patto di solidarietà “per la ripartizione dei seggi relativi all’un terzo nell’elezione delle Rsu, allegato all’accordo Fim, Fiom, Uilm nazionali del 14 dicembre 1993”, dice testualmente la lettera, “a seguito del vostro rifiuto di sottoporre a referendum vincolante fra tutte le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici l’Accordo separato da voi stipulato con Fermeccanica e Assistal il 15 ottobre 2009”. Disdetta che Rinaldini ha confermato nel corso dell’intervento di oggi, sottolineando che tutte le aziende metalmeccaniche verranno diffidate dall'applicare un contratto illegittimo nelle sue parti normative, approvato peraltro, ha sottolineato il leader Fiom, “nel mezzo della più grave crisi industriale che il mondo abbia conosciuto da molti anni a questa parte”. “Non passa giorno - ha continuato - che non ci arrivino notizie relative a imprese che intendono ricorrere alla Cassa integrazione, che denunciano esuberi, che effettuano licenziamenti. Tutte le periferie industriali sono ormai piene di presidii, volantinaggi, cortei. Mentre dalle aziende in crisi sale la richiesta di incontri con le Istituzioni locali e con i rappresentanti del Governo, dai Prefetti alle sedi centrali dei Ministeri”. Ribadendo la volontà della Fiom di far saltare l’accordo separato così come deciso nel corso dell’assemblea del 30, Rinaldini ha concluso sottolineando che con la manifestazione di oggi si apre la settimana di mobilitazione in tutte le aziende metalmeccaniche, che culminerà con la manifestazione nazionale della Cgil del 14 novembre a Roma. Inoltre, ha detto, ci sono “tutte le condizioni per arrivare a un momento di unificazione delle lotte in corso, sia per ciò che riguarda la democrazia sindacale, sia per ciò che riguarda la difesa degli apparati produttivi e dell’occupazione. Credo, insomma – ha concluso - che ci siano le condizioni perché la Cgil assuma un’iniziativa di sciopero generale.” Condividi