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di Am.B E’ cominciata ieri, con il supporto di un interprete, l’audizione dei due dirigenti tedeschi sotto processo per il rogo della ThyssenKrupp, l'amministratore delegato Harald Espenhahn e il consigliere delegato Gerald Priegnitz.   L'interrogatorio è durato più di tre ore per la complessità dei problemi posti dalla traduzione che, riportano le agenzie, hanno fatto apparire l’interprete spesso non a proprio agio. Ricordiamo che all’ad Harald Hespenhahn è contestato il reato più grave, ovvero omicidio volontario con dolo eventuale, per i 7 morti nel rogo alla Thyssen di Torino del 6 dicembre 2007.  Una delle accuse mosse al dirigente dalla procura è di avere posticipato le operazioni di messa in sicurezza sulla linea 5, quella distrutta dalle fiamme, accettando il rischio che si verificasse un incidente.  "Per Torino - ha spiegato Espenhahn - erano stati previsti investimenti per la sicurezza antincendio per un milione e mezzo di euro. Bisognava ottenere il certificato di prevenzione incendi e, a questo proposito, era necessario fare interventi sulla struttura della filiale, dalle gallerie alle porte tagliafuoco. Ma quando ho deciso di chiudere la filiale, quei fondi sono stati dirottati sul finanziamento di un secondo progetto, di due milioni e 300 mila euro, che riguardava anche gli impianti trasferiti a Terni". Espenhahn ha inoltre ammesso di conoscere il documento di valutazione del rischio e di ritenerlo, al contrario di quanto afferma l'accusa nel processo, "un buon piano".  Al termine dell'interrogatorio il procuratore Raffaele Guariniello ha posto la domanda: "Gli operai deceduti hanno fatto tutto quello che dovevano fare?". Replica di Espenhahn: “è una domanda molto difficile alla quale rispondere". "Basta così", ha chiuso Guariniello. Condividi