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La parabola dell'Antonio Merloni di Fabriano riassume un pezzo di storia del settore elettrodomestico in Italia, e principalmente di un territorio, Fabriano e il circondario, dove il 54% della forza lavoro è, o meglio era, occupato a produrre lavatrici, frigoriferi, cappe aspiranti. 1974, ANTONIO MERLONI SI METTE IN PROPRIO - La A. Merloni viene fondata nel 1974 dal più piccolo dei fratelli Merloni, Antonio, ex sindaco dc di Fabriano, che la lancia sul mercato come colosso del contoterzismo. L'azienda produce macchine senza marchio, ed esporta in tutta Europa. Il 27 giugno 2008, a 82 anni, e in piena crisi aziendale, Antonio Merloni lascia le redini e il 99% delle quote alla figlia Giovanna, che di anni ne ha 33. Giovanna tenterà senza fortuna il rilancio dell'azienda rovesciando la scommessa iniziale del padre, produrre con marchi propri, Ardo, Asko i principali, e puntare sul design. DA 5 MILA ADDETTI E 5 MILA LAVATRICI AL GIORNO ALLA CASSA INTEGRAZIONE - Negli anni d'oro, la A. Merloni produce 5.000 lavatrici al giorno, quasi altrettanti frigoriferi, bombole e serbatoi. Dà lavoro a 3 mila persone in Italia (negli stabilimenti di Fabriano, Matelica e Sassoferrato nelle Marche, Gaifana e Costacciaro in Umbria, a Reggio Emilia) e ad altre 2.100 all'estero, con uno stabilimento in Ucraina. Numeri cui si aggiungono altrettanti lavoratori dell'indotto. Nel 2006 le prime avvisaglie della crisi, con il ricorso alla cassa integrazione straordinaria, che arriva a investire 580 addetti a rotazione. SI CERCANO PARTNER, MA NON SI TROVANO - Lo sforzo di salvare l'azienda, anche con la ricerca di nuovi partner industriali e finanziari, non va in porto, nonostante il ricorso ad advisor del calibro di Kpmg e Mediobanca. Si spera nell'interesse di gruppi stranieri, c'è chi guarda alla Cina, ma intanto i debiti lievitano e non ci sono soldi neppure per acquistare le materie prime. Al 31 dicembre 2007 il gruppo mostra una perdita netta di 30 milioni di euro, con ricavi per 874 milioni e debiti per 510 mln, di cui 283 milioni con le banche. La recessione del mercato del bianco fa il resto. UN ANNO FA SCATTA L'AMMINISTRAZIONE CONTROLLATA - Il 14 ottobre 2008 il ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola ammette la A. Merloni alla procedura di amministrazione straordinaria per le grandi imprese in stato di insolvenza. E nomina Massimo Confortini, Antonio Rizzo e Silvano Montaldo commissari straordinari del gruppo. Per i lavoratori, dal dicembre successivo, scatta la cassa integrazione a 700-800 euro al mese. Salvo i brevi periodi in cui, a piccoli gruppi, vengono richiamati in produzione. BANDI DI INTERESSE INTERNAZIONALE, MA NESSUNO COMPRA - Il 13 febbraio 2009 i tre commissari straordinari pubblicano l'invito ai soggetti interessati a manifestare il proprio interesse per le attività imprenditoriali detenute dalla A. Merloni (Ardo, Asko, Tecnogas, Serviz, Newpol, Cylinders & Tanks). Ma alla scadenza non sono emerse dichiarazioni di interesse vincolanti, ne' per il gruppo ne' per singoli asset. OGGI INCONTRO AL MSE, OPERAI OCCUPANO DIREZIONE AZIENDALE - In tutti questi mesi i lavoratori della A. Merloni hanno dato vita a presidi permanenti davanti ai cancelli, marce, cortei. Sono andati in tv ma hanno anche raccolto fondi per i terremotati dell'Abruzzo. Il 2 novembre un gruppetto è salito per protesta sulla Torre del Campanaccio di Nocera Umbra, e oggi, in nove, hanno occupato simbolicamente gli uffici della direzione dell'azienda a Fabriano. ''Dateci un'alternativa'' c'è scritto sul cartello che hanno affisso fuori. Condividi