operai fiom.jpg
di Anna Maria Bruni Mentre il Presidente del Consiglio Berlusconi continua a inneggiare alla ripresa neanche fosse il pianista sul Titanic, intorno piovono segnali allarmanti di peggioramento della crisi e di crescita della disoccupazione. Una fonte autorevole come la Commissione europea per la programmazione economica ha presentato oggi a Bruxelles il rapporto per le previsioni economiche d’autunno, nel quale si prevede che l’asticella della disoccupazione salirà nell’Eurozona dai 9,5 del 2009 ai 10,7 del 2010 per arrivare ai 10,9 del 2011. Come dire che non è prevista alcuna politica economica che non affronterà la crisi tagliando il costo del lavoro, e che quindi nessuna inversione di tendenza è prevista alla falcidia di posti a cui assistiamo da mesi. E la crisi è tale che persino l’ad di Intesa San Paolo Corrado Passera si è avventurato a dire, nel corso di un intervento all’Unione industriali di Como, che almeno “250mila aziende sono a rischio sopravvivenza”, perché “se anche il credito funzionasse al meglio non basterebbe a risolvere il problema che si chiama crescita e domanda insufficiente". Cicero pro domo sua? Fatta la tara degli interessi delle banche a stringere i cordoni della borsa, rimane tutto intero un problema di politica industriale totalmente assente, e di conseguenza di scelte economiche prive di qualsiasi strategia. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Sono i lavoratori di Arese – leggi Fiat - costretti a bloccare l’autostrada A8 per richiamare l’attenzione sulla minacciata chiusura dello storico stabilimento, 1.000 lavoratori a casa. Sono i lavoratori Merloni, azienda di elettrodomestici che ha dato lavoro a tutta l’area appenninica umbro-marchigiana, 7000 addetti, oggi in amministrazione controllata, arrampicati sulla torre del Campanaccio di Nocera Umbra nel perugino per dire che “la Merloni deve vivere”. Sono i lavoratori Agile-Eutelia, 1200, impegnati in una lotta da mesi, che presidiano da mercoledì scorso, giorno e notte, la sede romana, con la richiesta di una “convocazione della presidenza del consiglio dei ministri” per risolvere un caso di gestione fallimentare che nel campo dell’Information Technology sta diventando la prassi. Sono i lavoratori Phonemedia, azienda che si occupa della gestione dei call center, quasi 7000 dipendenti, a dover chiedere un tavolo al Ministero dello Sviluppo economico per vedersi pagare mesi di stipendio e avere chiarezza sul proprio futuro. Sono i lavoratori Abs, Apparecchiature Bruciatori Speciali di Cologno Monzese, da oggi in assemblea permanente contro l’ennesima gestione fallimentare per “un’azienda – dicono – che non ha problemi di mercato”. Come l’Innse, ma come tutte le It dicevamo prima, ormai una prassi mutuata dall’allegra finanza degli Abs, noti per i mutui subprime, che potremmo titolare ‘si lucra di più sulle perdite’. E sono, l’ultima di oggi, i 5.700 lavoratori di cui Nokia-Siemens ha annunciato il taglio, traducendo così il la riduzione di costi prevista di 500 milioni di euro l’anno. Ma i lavoratori non intendono mollare. Ad Arese oggi in 300, insieme alla Fiom e allo Slai-Cobas, hanno bloccato per ore l’autostrada A8. “Marchionne sta discutendo il piano Fiat con i governi di mezzo mondo, tranne che con il governo italiano”, ha dichiarato Enzo Masini, coordinatore Fiom del gruppo Fiat. “Quel che accade qui negli stabilimenti della più grande casa automobilistica del nostro paese non può essere subordinato alla presenza Fiat nel resto del mondo. Non intendiamo accettare questa sorta di ‘risico’ giocato da Marchionne e soci. Per quanto ci riguarda nessuno stabilimento deve chiudere”. “E’ chiaro che, è Fiat l’artefice della distruzione di Arese – ha detto la segretaria Fiom di Milano Maria Sciancati concludendo l’assemblea di oggi - che oggi vuole abbandonare definitivamente, ma chi governa questo territorio e non si degna di dare risposte a centinaia di lavoratori che rischiano di essere licenziati non può continuare a tacere. Per questo, mentre proseguono le mobilitazioni a livello nazionale perché il governo convochi al più presto Fiat e sindacato, noi il 10 novembre saremo davanti alla Regione Lombardia non più per chiedere, ma per pretendere un incontro con il governatore”. I lavoratori Merloni, sostenuti dai sindaci delle cittadine coinvolte dalla crisi nell’appeninico come Nocera, Gubbio, Valtopina, e insieme alla Cgil di Perugia, hanno ottenuto l’incontro al Ministero dello sviluppo economico per il prossimo 5 novembre. In quella sede chiederanno un intervento diretto del governo, finora del tutto assente, per scongiurare la chiusura definitiva. I lavoratori Agile Eutelia stanno invece unendo le forze: ieri sono arrivati a Roma “i napoletani”, mentre oggi sarebbero arrivati quelli della sede barese, nell’intento di ingrossare il presidio e rafforzare la richiesta dell’incontro. E nulla toglie che si uniranno con i lavoratori Phonemedia, dal momento che i destini sono già uniti dalla società Omega che ha acquisito entrambe. Intanto ieri il primo incontro fra il Ministro Scajola e i due responsabili, l’ad Marcello Massa e Sebastiano Iori, ha dato un primo esito, ovvero la garanzia del pagamento degli stipendi di agosto. Ma nulla di fatto per il futuro delle aziende, se non la promessa della presentazione di un piano industriale per il prossimo mercoledì 4 novembre. Ma anche i lavoratori Abs sono senza stipendio da agosto, e nonostante non vi sia “alcuna crisi di mercato”, si legge nella nota Fiom. I 33 lavoratori “da oggi hanno deciso di restare in fabbrica in assemblea permanente, per evitare lo smantellamento dei macchinari e per rivendicare una soluzione che preveda la ripresa dell’attività e la salvaguardia dei posti di lavoro". L’associazione con l’Innse è immediata. Che sia di buon auspicio. Condividi