palazzo donini.jpg
PERUGIA - La Giunta regionale dell’Umbria ha approvato il Documento annuale di programmazione 2010. Il Dap aveva riscosso, nei giorni scorsi, la sostanziale condivisione dei soggetti del Tavolo generale del patto per lo sviluppo dell’Umbria, sia rispetto all’analisi socio economica complessiva, che in relazione agli indirizzi di fine legislatura individuati dall’esecutivo e rivolti prevalentemente a contrastare gli effetti delle crisi su famiglie e imprese. Obiettivo della Giunta è ora di arrivare al più presto all’approvazione degli altri strumenti di programmazione e bilancio e di inviarli in Consiglio regionale in tempo utile per l’approvazione rispetto alla chiusura della legislatura. Il DAP 2010 – è stato ricordato nel corso della seduta di Giunta - si caratterizza, come un documento di fine legislatura, calato dentro la crisi economica e finanziaria. Si tratta di un documento che individua obiettivi ravvicinati e che affida, anche per riguardo istituzionale, ai protagonisti della nuova legislatura regionale la definizione degli indirizzi di carattere pluriennale. E’ inoltre un documento calibrato sulla esigenza di fuoriuscire dallo “tsnunami” economico esploso nel 2008 al termine del quale, secondo i programmatori della Regione, l’Umbria pur colpita dalla crisi e in presenza delle note criticità ha la possibilità di presentarsi “irrobustita”, in virtù delle “performance” positive ottenute in precedenza. Il DAP prevede che, prima del termine della legislatura, siano approvati gli interventi per le imprese (il piano annuale della legge per le politiche industriali – che complessivamente vale oltre 140milioni di euro di investimenti - sta per essere licenziato in via definitiva dalla Giunta regionale), mentre nel 2010, nell’ambito del necessario “riposizionamento” del sistema economico, prenderà avvio una fase di riprogrammazione dei fondi comunitari per le politiche attive del lavoro. Circa 60 milioni del FSE (fondo sociale europeo) saranno indirizzate per azioni combinate di politica attiva e di completamento del sostegno al reddito previste dall’accordo Governo-Regioni del febbraio scorso. Si tratta di 43,7 milioni di euro che integrano i contributi figurativi e la parte di sostegno al reddito di competenza statale che coprono il 70% della spesa. Altri 16,3 milioni saranno destinati al rafforzamento degli interventi di formazione, politica attiva, riqualificazione ed orientamento per le “fasce deboli” vecchie e nuove del mondo del lavoro, al fine di favorire un innalzamento delle competenze complessive del sistema, nell’ottica del sostegno all’innovazione, alla ricerca e allo sviluppo delle reti d’impresa. Prima del termine della legislatura è prevista l’approvazione del Piano sociale (nonostante pesanti “tagli” delle risorse nazionali) e del Piano paesistico, mentre, facendo perno sulla consolidata tradizione dei “conti a posto”, si svilupperanno le azioni e le scelte del Piano sanitario regionale, per un servizio ancorato al suo carattere “efficiente e universalistico”. La manovra di bilancio descritta nel DAP si fonda sull’invarianza del gettito fiscale e tariffario (quindi nessun aumento di imposte e costi dei servizi a carico dei cittadini), scelta resa possibile da una situazione amministrativa solida e dal previsto ulteriore contenimento o congelamento delle spese correnti, di quelle di funzionamento dell’ente e per il personale dipendente. Saranno inoltre ulteriormente razionalizzati e messi in sinergia i capitoli di spesa e accelerate le procedure per le previste alienazioni patrimoniali. Guardando alle previsioni dei dati di bilancio contenuti nel DAP, si nota un elemento “singolare”: il bilancio 2010 della Regione dell’Umbria (pari a 2.103,29milioni di euro, col pareggio di entrate e uscite) sarà inferiore di oltre 150milioni a quello del 2009 (2.265,15milioni), come effetto dei pesanti tagli ai trasferimenti delle risorse statali che incidono soprattutto nei capitoli del “sociale”, a cominciare dalla sanità di cui è mantenuta, da parte dello Stato, una grave sottostima del fabbisogno regionale. Il DAP 2010 contiene i principali “scenari di previsione” per l’economia umbra nel prossimo triennio. Il PIL regionale che nel 2009 è previsto calare del 5,5% (calo maggiore dello 0,2 rispetto a quello nazionale), dovrebbe avere una crescita più sostenuta nei successivi tre anni: +0,5 nel 2010 (naz. +0,1), +1,1 nel 2011 (naz. +1), +1,5 nel 2012 (naz. +1,3). Il tasso di disoccupazione è previsto del 6,4 nel 2010 e nel 2011 (ancora in aumento sul 2009 dove è del 5,1) e del 6,1 nel 2012, inferiore di circa tre punti, per tutto il periodo a quello medio nazionale. Inferiori ai livelli medi nazionali, saranno le cifre di aumento dell’export che, dopo il tonfo del 2009 (-19,3), tornerà a crescere del 2,2per cento nel 2010, del 3 e del 2,9 rispettivamente nel 2011 e nel 2012. Maggiore di quella nazionale sarà la ripresa degli investimenti in Umbria (+3,2 nel 2010, +1,9 nel 2011, +2,5 nel 2012) mentre il reddito disponibile tornerà ad aumentare dal 1,3 del 2010 al 3,1 del 2012, passando per il 2,2 del 2011. Si tratta comunque, dicono all’Ufficio della programmazione strategica, di dati suscettibili di variazioni, a seguito della sostanziale instabilità della situazione economica. Condividi