Un documento di due pagine attorno al quale si sono ritrovati presidenti, assessori e sindaci di Marche, Umbria, Toscana, Emilia Romagna e Lazio protagonisti del vertice convocato mercoledì pomeriggio a Palazzo Mochi Zamperoli da Matteo Ricci, alla guida della Provincia di Pesaro Urbino. Una sorta di “chaier” tra rivendicazioni di diritti, emergenze socio economiche e proposte di lavoro che sarà messo all’attenzione del Parlamento e del Governo. La voce del cuore dello “stivale” che rischia di essere schiacciato tra Nord e Sud del Paese. La crisi in primo piano, le infrastrutture (“serve una trattativa unitaria per il completamento della Fano-Grosseto, il Ministero la finanzi a stralci”), i fondi europei (“serve progettare lo sviluppo per macro regioni per beneficiare dei contributi che arrivano dall’Europa”), il federalismo fiscale, coordinamento per l’Appennino centrale (“puntiamo sui distretti rurali”), le scuole (“rischiano la chiusura nei piccoli comuni, sparirà l’anima dei luoghi”), la festa dell’Unità d’Italia (“siamo la cerniera che tiene unito il Paese, ci candidiamo a ospitare e coordinare alcune delle celebrazioni per i 150 anni”).
Dopo il saluto del sindaco di Cagli Patrizio Catena, che ha fatto gli onori di casa, e l’introduzione di Matteo Ricci, promotore dell’iniziativa, sono intervenuti il vice presidente della Provincia di Perugia Aviano Rossi, il presidente della Provincia di Ravenna Francesco Giangrandi, il vicepresidente del Senato Vannino Chiti, il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca, il presidente della Provincia di Ancona Patrizia Casagrande Esposto e il sindaco di Pesaro Luca Ceriscioli. Hanno aderito inoltre all’iniziativa il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, il presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci, l’assessore alle riforme istituzionali della Regione Toscana Agostino Fragai, l’assessore agli affari istituzionali della Regione Umbria Vincenzo Riommi, il Comune e la Provincia di Chieti, il presidente Provincia di Fermo, il sindaco di Macerata e alcuni parlamentari. La sintesi finale di Matteo Ricci ha dato operatività al coordinamento.
"Nei prossimi giorni il “Patto di Cagli” sarà sottoscritto dagli amministratori intervenuti a questo primo vertice per il Centro Italia e da tutti gli altri che non sono potuti essere qui - ha stabilito il programma dei lavori Ricci -. Ci ritroveremo presto in un secondo incontro, molto probabilmente a Firenze, che servirà a mettere a fuoco obiettivi e azioni comuni. Partirà inoltre un lavoro con i parlamentari nazionali ed europei per sottoporre loro la nostra vertenza e individuare le soluzioni più idonee. Infine la superstrada Fano Grosseto che, come ha sottolineato il vicepresidente del Senato Vannino Chiti, è una priorità nazionale che va conclusa prima di aprire nuovi cantieri: dobbiamo riavviare una trattativa con il Governo affinché finanzi i tratti mancanti". L’alleanza del Centro Italia è nata, ora si tratta di rimboccarsi le maniche perché si apra un dibattito nazionale e le emergenze trovino risposte concrete. Ecco il testo integrale del “Patto di Cagli”.
“Da mesi è in atto nel Paese uno strano gioco politico che mette in evidenza esclusivamente le esigenze del Nord e i mali, sempre irrisolti, del Sud. È un modo sbagliato e miope di vedere i problemi nazionali, in particolare oggi che si è precipitati in una crisi economica niente affatto risolta e che anzi, per quanto riguarda la disoccupazione, non ha raggiunto il suo massimo. “Le questioni vanno affrontate in maniera omogenea e attraverso una visione unitaria, se si vuole davvero tenere insieme il Paese. “Le Regioni, le Province e i Comuni del Centro Italia hanno dato prova negli ultimi decenni non solo di saper produrre reddito attraverso una capillare rete di imprese medie e piccole anche di rilievo internazionale, ma anche di coltivare la coesione sociale, grazie a un buon livello di sicurezza ed efficienza delle amministrazioni locali. “È un grande patrimonio di tutti che oggi emerge, con forte visibilità, anche nelle classifiche della qualità della vita, stilate secondo un criterio che valuta il benessere generale oltre che il Pil, il Prodotto interno lordo.
“Disconoscere questo dato o, peggio, negarlo concedendo attenzione solo ad alcuni territori non solo rappresenta un fatto ingiusto, ma ci potrebbe consegnare un’Italia ancora più divisa e segnata dalla sperequazione economica e sociale. “Le forze politiche di maggioranza e opposizione devono avere ben chiaro che il futuro non si gioca sulle contrapposizioni, sul peso elettorale, ma su di una visione d’insieme del Paese, come ci ricorda il presidente Napolitano. E questa visione vive se viene coinvolto il Centro Italia, valorizzando il suo ruolo di cerniera indispensabile al servizio dell’unità del Paese. “Per questi motivi gli amministratori riuniti il 28 ottobre 2009 a Cagli si costituiscono in coordinamento per approfondire le tematiche sopra esposte e per sostenere i legittimi diritti delle popolazioni rappresentate.
“In particolare è importante un confronto costante su: come questi territori rispondono alla crisi economica, sia per le politiche di resistenza sia per quelle di innovazione; la necessità di modernizzazione delle infrastrutture, sia su gomma sia su ferro, individuando come iniziativa prioritaria la riapertura di una trattativa unitaria per la ripresa dei lavori di completamento della Fano-Grosseto; l’esigenza di progettare, sempre più insieme, questa parte del Paese per intercettare le opportunità che provengono dall’Europa, pensando quest’area come una macro regione europea; il federalismo fiscale, che oggi appare solo come una cornice, ma nei prossimi mesi andrà riempito di contenuti, criteri e risorse; la necessità di coordinare gli interventi nelle zone di confine con particolare attenzione alla fascia appenninica; l’urgenza di rafforzare gli investimenti nel settore della formazione e allo stesso tempo garantire una presenza, la più capillare possibile, dell’offerta didattica; coordinamento delle iniziative celebrative nel Centro Italia per il 150° anniversario dell’Unità, al fine di rafforzare simbolicamente il ruolo di questi territori come cerniera che tiene insieme l’intero Paese”.
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