PERUGIA - Il Teatro di Sacco presenta alla Sala Cutu, domani 30 ottobre 2009 alle ore 21:00, il secondo spettacolo della sua nuova produzione teatrale, “Wahrheit macht frei – la verità rende liberi”. “Wahrheit macht frei” è un dramma civile sulla memoria, o meglio sulla memoria dei dimenticati; spesso i dimenticati sono morti, desaparecidos, non ne restano tracce. "In questo tempo che sembra insabbiare le consapevolezze e le responsabilità - si legge in una nota -, abbiamo voluto costruire questo lavoro per i dimenticati viventi, cioè per le molte vittime che hanno subito il
danno delle violenze inflitte con la forza e il sopruso e che le convenienze e le connivenze della faticosa successiva ricostruzione e riconciliazione democratica costringono a non denunciare. Come sappiamo si tratta di drammi prolungati, che non si concludono con la fine delle torture o perché si ha salva la vita: potrebbe essere ambientato in qualunque Stato del mondo che abbia conosciuto un sistema dittatoriale, più o meno evidente, o semplicemente la non applicazione dello statao di di diritto".
La vicenda – già soggetto di un film "La morte e la fanciulla”, diretto nel 1994 da Roman Polanskij - si svolge nel periodo della recente riconquistata democrazia di un ipotetico Stato, durante il quale Paula - la protagonista - attende ancora di essere riammessa nel circolo della normale esistenza umana, dal quale l’esperienza delle violenze subite l’ha esclusa.
Il tema centrale di “Wahrheit macht frei” rispecchia fortemente un sentimento pubblico e condiviso, e illustra il paradosso – o forse soltanto il punto critico – relativo al rapporto fra la Verità e la Giustizia. I tre personaggi di questo dramma attraversano la stessa crisi di ogni società dopo quegli anni.
La trama è apparentemente semplice: a casa di un magistrato “in carriera”, Gerard, capita per caso Miranda, un medico. La moglie del giudice, Paula, crede di riconoscere nel medico il suo torturatore e da quel momento ha inizio un disperato, violento e avversato ritorno al passato. Paula vuole giustizia e decide finalmente di ottenerla a tutti i costi, ma l’ultimo passo, il gesto che infine compie – e ciò che la riavvicina, forse?, alla pace – non sarà, stranamente, la giustizia.
L’idea di questo dramma si contestualizza ambientandolo con uno stile che evita ogni naturalismo o realismo di maniera. La vicenda è confinata in una bolla temporale, uno spazio affogato in uno luogo claustrofobico e irreale allo stesso tempo; un luogo di quiete che scatena gli irrisolti e potenti sentimenti umani e civili dei protagonisti. Le interpretazioni tese, lucide, sorprendentemente ironiche degli attori sono continuamente accompagnate da un lieve rumore marino di fondo, la calma della villa sulla costiera dove si svolge la vicenda e che potrebbe pulsare come il cuore nero della casa che trema sotto gli svelamenti della vicenda, quasi una fremente inchiesta.
Solo in un simile contesto poteva emergere, oltre al sopruso della libertà o del genocidio, anche lo straziante conflitto interiore dei tre personaggi, speculare a quello pubblico, generato dalla mancata attuazione di quella giustizia che per motivi di convenienza sociale o di opportunità politica non può sempre essere applicata alle lettera in ogni immediato dopo... guerra, colpo di stato, guerra civile, catastrofe...
È infatti auspicabile, preferibile, riuscire a dimenticare, appianare, essere civili: ma dunque, è da preferirsi nella lotta sociale un vincitore il quale elimini totalmente ogni residuo di preesistente società malata, oppure una conciliazione delle parti, attraverso -ad esempio- una democrazia “economicamente” imposta dai trionfatori, preda di un libero mercato economico?
Difficile esprimere una valutazione oggettiva: in un finale strano, enigmatico, “Wahrheit macht frei” mostra come la verità - che, a volte addirittura più della giustizia, dovrebbe condurci all’irrinunciabile condizione della dignità umana - non sempre riesca a svelarsi in modo compiuto e soddisfacente.
Ne sono interpreti, per la regia di Roberto Biselli, Maurizio Modesti, già attore in alcune recenti produzioni cinematografiche italiane, Laura Pierantoni, protagonista con il Teatro di Sacco de “La sapienza di Rosvita”, Sagra Musicale Umbra 2004 e Mirko Caprai, giovane promettente attore di Tuoro sul Trasimeno. Colonna sonora a cura del maestro Angelo Benedetti.
Lo spettacolo replicherà nelle seguenti date: venerdì 6 e venerdì 13 novembre, sempre alle ore 21:00.
SI CONSIGLIA LA VISIONE DELLO SPETTACOLO AI MAGGIORI DI ANNI 12
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