“Mia zia ha sofferto tantissimo in vita e ora il Comune non le dà pace neanche da morta”. Al telefono Donatella Servili ha la voce rotta ma decisa: “Anche se i miei parenti hanno paura io vado avanti. L’avvocato Maria Cristina Tomassi ha già tutte le carte in mano”. La signora Servili è salita questa mattina, suo malgrado, agli onori della cronaca. Basta aprire il Corriere dell’Umbria di oggi a pagina 19 per capire: “Tomba scoperchiata dai lavori al cimitero”. Il caso è stato anche portato in Consiglio comunale da Andrea Caprini del Prc. In soldoni il Comune, durante alcuni lavori di ristrutturazione del piccolo cimitero di Romazzano, ha messo un’impalcatura sopra la tomba di sua zia. Un mix di sciatteria e mancanza di sensibilità gravissima che va a colpire gli affetti più cari. Sentita da Umbrialeft, è Donatella stessa a raccontare come sono andati i fatti: “Qualche giorno fa – dice – è arrivata a casa una lettera del Comune in cui si diceva che in prossimità della tomba di mia zia sarebbe sorta una impalcatura perché dovevano costruire dei nuovi loculi”. Le parole, come sempre, hanno un’importanza decisiva. Di lì a qualche giorno infatti Donatella scopre che l’impalcatura non è “in prossimità” bensì sopra la tomba di sua zia. “Che in Comune – dice Donatella – non lo conoscono l’italiano?”. Dopo aver scoperto la cosa partono le proteste con l’amministrazione. “Ieri mattina alle 11 una mia zia è andata dal geometra Mariani, il quale le ha detto che avremmo trovato una soluzione, cercando di non arrivare alle vie legali”. Bene, mentre il geometra mediava e rassicurava (“Ha ragione, ci scusiamo, chi ha fatto il sopralluogo non ha visto”), il padre di Donatella va al cimitero e scopre che l’impalcatura era già bella e montata sopra la tomba della zia. “Non contenti – racconta – hanno anche spostato la lapide di un altro defunto e l’hanno buttata fuori dall’impalcatura. Così, come se niente fosse. Per me, è come trafugare in un cimitero”. Ora al vaglio dell’avvocato Tomassi ci sono alcuni reati previsti dal libro secondo, capo secondo, del Codice penale, intitolato “Dei delitti contro la pietà dei defunti”. In particolare l’avvocato si sta concentrando intorno ai reati di vilipendio delle tombe e vilipendio di cadavere (articoli 408 e 410) Il ricordo delle sofferenze di sua zia non fa altro che aumentare la rabbia di Donatella. Quando si chiede solo pace, silenzio e rispetto per i propri morti, ci si mette la sciatteria degli amministratori: "Ha così sofferto in vita, e ora non le danno pace neanche da morta. Dal suo grembo è nato un figlio cieco e poi ci ha lasciati molto giovane a causa del cancro. Ora esigo rispetto”. E la battaglia (legale) della signora Donatella va avanti. Condividi