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Lettera a Liberazione del 28 ottobre 2009 Caro direttore, il premio Nobel per la letteratura, il portoghese Josè Saramago, all'età di 87 anni, è un esempio per tutti noi, per le nuove generazioni, per coloro che si battono per un mondo migliore, più giusto ed umano. Saramago ha dimostrato coraggio. Non ha voluto modificare il giudizio estremamente critico sul premier Silvio Berlusconi, come aveva chiesto Einaudi, ormai satellite della Mondadori (di Berlusconi), editore dei suoi libri; e così "Il Quaderno", che raccoglie gli interventi pubblicati da Saramago nel suo blog tra il settembre 2008 e il marzo 2009, è stato edito dalla Bollati Boringhieri, con una prefazione di Umberto Eco. Leggere questi interventi è salutare per noi, succubi della Italietta berlusconiana, per i tanti intellettuali italiani che ormai sono "prigionieri", per la pubblicazione dei loro libri, dell'onnivoro Berlusconi, padrone delle principali case editrici; per cui il condizionamento è d'obbligo. Stupisce positivamente in Saramago l'entusiasmo per la vita, a 87 anni! Non una vita qualsiasi ma quella che ha un senso, una prospettiva, per se stessi e per l'umanità. Come Gramsci, Saramago afferma di odiare l'indifferenza: «Non c'è mai stato nella mia vita posto per l'indifferenza»; e la vita va spesa per lottare e arricchire le proprie emozioni, fantasie, curiosità, nella coscienza della nostra finitudine. Ma che importa della finitudine «se ogni gesto ogni parola ogni emozione sono capaci di negare anch'essi in ogni momento questa finitudine?». Tra gli italiani Saramago, elogia Rita Levi Montalcini («Questa Rita - dice - cui voglio somigliare quando sarò grande»); Roberto Saviano, lo scrittore autore di "Gomorra", che definisce "maestro di vita". Sotto tiro Berlusconi, il cui giudizio critico è pesantissimo. Non riesce a capire Saramago come sia possibile che il popolo italiano abbia, per ben tre volte, fatto vincere il Cavaliere di Arcore che definisce con epiteto terrificante. Anche Veltroni è sotto tiro, «Veltroni è responsabile - scrive Saramago -, certo non l'unico, ma dell'attuale congiuntura il maggiore, dell'indebolimento di una sinistra di cui era arrivato a proporsi salvatore». Ma la sinistra è un tema che percorre il pensiero di Saramago, membro da anni del partito comunista portoghese. La sinistra è in uno stato precario e deve rinnovarsi, cambiare, ristrutturarsi. Francesco Lusciano Chioggia (Ve) Condividi