Uno studio della Cgia di Mestre spiega che il gettito dell’Irap copre il 40 per cento delle spesa sanitaria nazionale. I dati, riferiti al 2007, dicono che a fronte di una spesa sanitaria nazionale prevista dalle regioni pari a 98,39 miliardi di euro, il gettito Irap, pari a 38,53 miliardi, ha coperto il 39,2 per cento della spesa totale. Pertanto sono circa 60 i milardi di euro che la fiscalità generale si è fatta carico per ricoprire la parte non compensata dal gettito Irap. Il sistema è fondato sull’applicazione delle addizionali Irpef regionali, che può variare da regione a regione, in Umbria è del 4,25 per cento, il pagamento dei ticket sanitari (nella nostra regione nessun ticket è stato applicato) e la compartecipazione delle regioni all’Iva.
La domanda è elemnetare, se l’Irap viene abolita, come sostiene il presidente del Consiglio dei ministri, che cosa potròà garantire la sostenibilità del sistema sanitario? Ovvio, o una nuova imposta o salta il sistema sanitario.
Dato che la politica del governo è di non far pagare le tasse (ai ricchi!) per finanziare i servizi pubblici (scuola, università, asili, trasporti, assistenza, eccetera) è chiaro che si preannuncia una fase di destrutturazione del sistema sanitario pubblico e il potenziamento della sanità privata.
Se nel mezzogiorno il tasso di copertura della spesa sanitaria, garantito dal gettito Irap, è molto basso (esempio: Calabria il 19,1 per cento, Molise 14,1 per centro), al centro nord è invece molto elevato (Lombardia 65,3 %, Vento 48%, Lazio 44,6%). In Umbria per una spesa sanitaria di circa un miliario e 500/600 milioni di euro l’Irap ammonta a circa 440 milioni di eruo, cioè un 27/28 per cento della spesa totale.
Se queste sono le prospettive, ci troviamo di fronte ad una vera e propria controriforma regressiva, dove l’obiettivo dichiarato è lo smantellamento della sanità pubblica e dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla malattia. Una prospettiva inaccettaile a cui le forze di opposizione devono rispondere con grande determinazione e con una ampia mobilitazione dei cittadini e degli utenti. Se l’impotenza delle forze di opposizione parlamentare è sotto gli occhi di tutti, occorre alla “Sinistra di alternativa” indicare la strada politica e culturale in grado di porre un argine a quella populista e di smantellamento dei diritti sociali perseguita dalla destra e dal governo nazionale.
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