E' accusata di violenza sessuale aggravata e continuata una quarantenne, madre di una bambina di 11 anni, arrestata dalla squadra mobile di Perugia con l'accusa di aver organizzato e costretto la figlia ad avere incontri a sfondo sessuale con degli adolescenti, portati a casa - secondo l'accusa - dalla stessa donna che avrebbe assistito ai vari episodi che avvenivano quasi quotidianamente. Secondo la ricostruzione accusatoria la 40enne avrebbe coinvolto anche un'altra ragazzina di 13 anni, che frequenta la stessa scuola della figlia, e che la donna avrebbe indotto ad avere rapporti a sfondo sessuale con un 17enne (sempre all'interno della sua abitazione) questo ultimo denunciato dalla polizia per concorso in violenza sessuale. Una triste storia di disagio e violenza familiare venuta alla luce a Passignano, piccolo comune umbro del Lago Trasimeno, al termine di una lunga attività di indagine, durata circa un mese, condotta dalla squadra mobile di Perugia, diretta da Giorgio Di Munno e coordinata dal pubblico ministero Manuela Comodi. Secondo gli investigatori gli episodi di violenza si sarebbero protratti per quattro-cinque mesi. A far scattare le indagini alcune segnalazioni arrivate alla polizia da parte di persone che avevano notato uno strano via vai di ragazzini, soprattutto nelle ore pomeridiane, nella modesta abitazione di Passignano dove la bimba, figlia unica, viveva con la madre e il padre, la prima disoccupata, il secondo impegnato in lavori saltuari. Le segnalazioni parlavano anche di urla che a volte si sentivano provenire dalla casa. Quindi gli appostamenti e l'attività di indagine della polizia che ha portato all'arresto della donna. Nessun tipo di provvedimento, invece, è stato preso nei confronti del padre della bambina, che sembra si trovasse fuori casa al momento dei fatti. Secondo quanto riferito dagli investigatori sono quattro o cinque i minori, dai 14 ai 17 anni, che la 40enne aveva 'adescato' all'uscita di scuola e aveva convinto a frequentare casa sua, costringendo la figlia undicenne ad avere rapporti a sfondo sessuale con loro e in sua presenza. Minori ai quali la donna avrebbe anche fatto dei regali, come ricariche telefoniche e, in un caso, anche un telefono cellulare. Utilizzando il cellulare della figlia, inoltre, la madre avrebbe anche inviato degli sms a sfondo sessuale a uno dei minori coinvolti, nel tentativo, hanno spiegato gli inquirenti, di spingerlo a frequentare l'abitazione. Sempre all'uscita di scuola la 40enne aveva avvicinato la 13enne, convita anche questa a frequentare l'abitazione e poi indotta a prendere parte agli incontri a sfondo sessuale, sempre in presenza della donna. Saranno gli accertamenti clinici a stabilire se le due minori abbiamo avuto rapporti sessuali veri e propri. Ipotesi che per ora la polizia tende ad escludere. Secondo gli inquirenti a spingere la donna ad organizzare gli incontri il convincimento di questa ultima che la figlia dovesse essere gratificata e appagata dal fatto di avere una cerchia di ammiratori. Una violenza fisica e psicologica alla quale la 11enne ha provato ad opporsi inutilmente e che ha creto in lei un forte trauma e uno stato di choc. E' stato accertato nel corso delle indagini, supportate anche da intercettazioni telefoniche, che la bimba di notte si svegliava spesso in lacrime e in preda agli incubi. Ora è stata affidata ai servizi sociali. Condividi