PERUGIA - “Il fatto che si sia deciso di procedere alla stipula del contratto di quartiere su un progetto diverso da quello portato in partecipazione e proprio nel momento in cui il comitato locale stava partendo con una campagna di sensibilizzazione verso i cittadini è indicativo delle difficoltà in cui si dibatte l’amministrazione comunale per fronteggiare l’ondata di indignazione per un progetto, quello della ex Fat, devastante per l’intera città”. Questo il commento del consigliere regionale Oliviero Dottorini (Verdi per i Valori – Idv) e del consigliere comunale Roberto Lensi (Verdi e civici – Idv) riguardo alla “scelta scellerata” dell’amministrazione comunale di Città di Castello di procedere alla firma del contratto di quartiere relativo alla ex Fat.
I due consiglieri qualche giorno fa hanno effettuato un sopralluogo all'interno dei locali del vecchio ospedale cittadino: “Dopo dieci anni di totale abbandono – racconta Dottorini – il degrado è pressoché totale, ma è davvero grave non aver tutelato con la doverosa cura la piccola chiesa interna, un gioiello di fine Settecento dove sono stati battezzati quasi tutti i tifernati, che è stata depredata dai ladri che non si sono limitati a rubare tutti i preziosi arredi, in particolare due pregevoli tele ovali che rappresentano San Florido e San Amanzio, ma anche ad asportare e danneggiare il tabernacolo ed i marmi dell'altare (come si dice ‘hanno portato via anche il ciborio’) e gli stucchi alle pareti”.
“Riteniamo doveroso segnalare il fatto alla cittadinanza – continua Dottorini - perché rifletta ancora sulla scelta sciagurata di avviare i lavori per il recupero dell'area ex Fat secondo un progetto devastante, peraltro diverso da quello originariamente presentato ed approvato, che, alla faccia della partecipazione, nessuno conosce e che soddisfa solo gli interessi della proprietà. Secondo il nuovo progetto si realizzeranno 28 appartamenti da locare a canone concordato, la Piazza dell'archeologia sarà pavimentata per il "miglioramento della salvaguardia dei ritrovamenti archeologici" (sic), o meglio per realizzare il parcheggio del complesso commerciale che verrà realizzato al piano terra (2.095 metri quadri), le volumetrie che dovessero in corso d'opera essere perdute saranno considerate come ‘quantità edificatoria premiale’ e quindi recuperate altrove dai proprietari. Una scelta decisamente da contrastare, che vede la giunta comunale insensibile a confrontarsi su qualsiasi ipotesi di intervento alternativo e la proprietà Fat-Fintab d'accordo a realizzare, in uno dei luoghi più suggestivi della città, un ’bubbone’ che comprometterà per sempre la bellezza di un luogo di assoluto valore architettonico. Un'impresa finanziariamente molto impegnativa, a rischio di non recuperare l'investimento (perché non sono ancora iniziati i lavori dell'ex cinema Vittoria?) e che, oltretutto, tradisce lo spirito originario del Contratto di quartiere”.
“Intendiamo ribadire la nostra ferma contrarietà al progetto – conclude - per considerare invece l'idea di spostare l'intervento di riqualificazione sulla struttura del vecchio ospedale che, per il pregio architettonico e per le destinazioni possibili (servizi sanitari ed uffici pubblici, spazi commerciali, residenzialità di pregio) sarebbe quello da privilegiare per rivitalizzare davvero una zona così nevralgica del centro storico, ripristinando nell'area occupata dai capannoni un grande spazio verde attrezzato che possa valorizzare le testimonianze archeologiche ed i complessi monumentali circostanti. Invitiamo pertanto tutti quanti hanno a cuore il bene della città a prendere posizione, ad esprimersi ed a mobilitarsi per scongiurare un intervento sbagliato ed irreparabile.
Assicuriamo fin d'ora il nostro impegno e la nostra disponibilità a sostenere tutte le iniziative più appropriate, a iniziare dalla raccolta di firme che il comitato Prato-Mattonata ha lanciato per tentare di riportare alla ragione un’amministrazione molto sensibile agli interessi privati e incurante delle sorti dell’intera città”.
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