NORCIA – “La sfida tecnologica e scientifica, i mutamenti sociali e le trasformazioni culturali stanno impegnando credenti e non credenti a fare di nuovo i conti con l’umano, con la sua identità e la sua dignità. Ci troviamo a Norcia perché la riflessione sull’umano, sulla sua natura e i suoi limiti, incalzati dal progredire talvolta incontrollabile della scienza, richiede sempre nuovi luoghi di confronto”. Il quinto convegno che la Fondazione “Magna Carta” ha voluto tenere questo fine settimana nella città di San Benedetto affronta uno dei temi più stringenti, ma anche attraenti e affascinanti, del nostro tempo: “La sfida antropologica”.
In attesa della partecipazione del Cardinale Camillo Ruini, in programma per domattina alle 9,45, questo pomeriggio, presso la Sala del Consiglio Maggiore del palazzo comunale, l’apertura dei lavori è stata affidata a due messaggi: quello del cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo metropolita di Genova e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, e quello del ministro della gioventù Giorgia Meloni.
Sul tema oggetto del dibattito è intervenuto anche il sindaco di Norcia Gian Paolo Stefanelli, durante il suo saluto ai convegnisti e alle illustri personalità presenti, tra queste il senatore Gaetano Quagliariello, prefetto della Provincia di Perugia Enrico Laudanna e monsignor Luigi Negri.
“A mio avviso, una delle più importanti sfide antropologiche del nostro tempo – ha detto - è quella di preservare ed esaltare, in tutta la sua complessità e grandezza, il carattere unico della persona umana, nei suoi rapporti interculturali, nel contesto lavorativo, nell’ambito di una società in cui sempre più imperanti sono il progresso scientifico e tecnologico e in cui si registrano sempre più fenomeni di disgregazione sociale. In questa delicata e difficile cornice di riferimento, affermare il primato della persona, dei suoi diritti e della sua dignità, è una responsabilità sociale che deve andare oltre le semplici dichiarazioni di intenti e che deve concretizzarsi in azioni di governo precise”.
E un pensiero del primo cittadino non poteva che andare a San Benedetto, “il grande Santo – ha detto – che ha saputo trovare e mettere in pratica gli strumenti per vincere la ‘sfida antropologica’ del suo tempo, dando piena dignità all’uomo e al lavoro. E ha fatto ancora di più – ha aggiunto - Con la sua Regola ha gettato le basi per un vivere concorde, per una pacifica convivenza di culture, pratiche sociali, religioni e costumi differenti. Oggi – ha esortato - se vogliamo scongiurare i conflitti, operare per il compimento della giustizia, affermare la pace e mettere al centro la persona e la sua umanità, dobbiamo ripartire da qui. Dall’insegnamento e dall’esempio lasciati in eredità da questo grande Santo, non a caso proclamato ‘Patrono Principale d’Europa’”.
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