Gruppo consiliare Partito Democratico Todi
Nemmeno un mese fa è stato inaugurato a Todi il “Lapidario”.
Mentre il centrodestra promuove il cosiddetto “secondo polo museale della Città” siamo andati a verificare lo “stato di salute” di quello che, quindi, diverrebbe il “primo polo museale cittadino”, il Museo Pinacoteca nei palazzi comunali.
Abbiamo, così, potuto constatare di persona questioni che ci preoccupano e che sottoponiamo all’attenzione di tutti.
Il Museo Pinacoteca ha subito un calo impressionante dei visitatori nel 2009, forse anche a causa di un aumento del costo dei biglietti di ingresso, deciso dalla giunta Ruggiano, ben oltre ogni ragionevole adeguamento (da 3,50 € a 5 €, oltre il 40% rispetto allo scorso anno).
Fin dall’ingresso e per tutto il percorso museale si notano infiltrazioni di acqua piovana in molte parti della struttura; un’impalcatura montata da tempo senza che siano in esecuzione i lavori di sistemazione del tetto propone dalle finestre uno spettacolo desolante fatto di guano di piccioni, sporcizia e malodore. L’impianto di climatizzazione non funziona, con gravi danni per le opere e condizioni “disumane” per operatori e visitatori, come risulta anche dalle lamentele nel guest book. Si trovano lampade non funzionanti e segni di usura nell’allestimento (come, ad esempio, il pulsante della rastrelliera della numismatica che non c’è più).
Per vestire, poi, l’altare del Lapidario importanti pezzi del Museo sono stati trasferiti, lasciando teche e spazi vuoti, tra i quali spicca all’ingresso quello della sezione archeologica. Si trovano addirittura cartelli con su scritto “vetrina in allestimento”.
La sezione della Pinacoteca che ospitava le tele del Faenzone, riconsegnate al Capitolo del Duomo più di due anni fa, è ancora vuota, senza che altre opere (e ce ne sarebbero in magazzino, a quanto ci risulta!) siano state esposte.
Al visitatore non rimane che un’immagine di abbandono.
Abbiamo più volte espresso le nostre perplessità sull’operazione Lapidario. Si poteva valutare l’opportunità di una diversa sistemazione del materiale lapideo, patrimonio della città, ma in altri termini.
Intanto per quel che riguarda la scelta del luogo: si poteva realizzare il lapidario nella sala delle Pietre, disciplinandone l’uso in modo diverso dal passato e mantenendo una contiguità con il Museo della città, risparmiando risorse pubbliche sia nella parte rivolta agli investimenti che nella gestione. Per il nuovo Lapidario, infatti, sono stati spesi centinaia di migliaia di euro; per una diversa organizzazione della Sala delle Pietre si sarebbe speso molto meno e si sarebbe ottenuto un risultato migliore.
Si sarebbe potuto gestire tutto, infatti, allargando il circuito già esistente, senza doversi inventare una “gestione separata” al Monastero delle Lucrezie, con altro personale da pagare.
La gestione unica avrebbe consentito un’integrazione che, oggi, con i contenitori separati e con soggetti gestori diversi, non è ipotizzabile. Si rischia di sprecare risorse e di pregiudicare il futuro di due strutture tenute distinte, mentre lasciandone una si sarebbe rafforzata l’offerta museale senza complicare i problemi di gestione. D’altronde tutti sanno che il problema di un ente pubblico non è tanto la realizzazione di un’opera quanto la sua gestione e manutenzione.
Con la separazione dei musei attuata dal centrodestra gli alti costi di gestione andranno a scaricarsi in maniera permanente sul bilancio comunale, assorbendo risorse utili per altro. I costi in più rispetto al passato, infatti, non saranno certo coperti dai biglietti di ingresso del Lapidario, tra l’altro abbastanza alti (5 €).
Alcuni reperti trasportati presso le Lucrezie, poi, sono stati tolti dal loro luogo naturale e da un contesto di riferimento utile per la loro lettura storica e per il loro significato.
Il complesso delle Lucrezie poteva avere un’altra destinazione che integrasse fra loro i vari spazi esistenti, cosa oggi non più possibile. Con il Lapidario si esclude che lo stesso complesso possa essere messo a servizio della Città per altro!
Tutto ciò premesso chiediamo all’assessore Bergamini: è in programma la sistemazione del Museo della Città, sia sul piano strutturale che espositivo, reintegrando le opere “deportate” e restaurando altre opere presenti in magazzino?
Non si ritiene opportuna l’istituzione di un biglietto unico per l’accesso sia al Museo della città che al Lapidario, integrando anche la gestione? Come pensa di superare l’attuale gestione provvisoria e separata del Lapidario, così poco utile all’integrazione dell’offerta turistica e culturale di Todi? E poi, per concludere, quali azioni sono in programma per rendere fruibili al meglio le Cisterne Romane ed il Campanile di San Fortunato, importanti tappe del Museo della città?
Recent comments
12 years 1 settimana ago
12 years 2 weeks ago
12 years 2 weeks ago
12 years 2 weeks ago
12 years 2 weeks ago
12 years 2 weeks ago
12 years 2 weeks ago
12 years 2 weeks ago
12 years 2 weeks ago
12 years 2 weeks ago