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Carla Adamo PERUGIA – Cinquecentosedici stand a Pian di Massiano e 90 in centro storico. Sono questi i numeri della Fiera dei morti, tradizionale appuntamento che sarà a Perugia da domenica 1 a giovedì 5 novembre. Organizzata dal Comune di Perugia la manifestazione propone artigianato, abbigliamento, enogastronomia e prodotti tipici, accompagnati da momenti di intrattenimento e dai tradizionali baracconi con le giostre. Una festa che si ripete da circa 700 anni, coinvolge tutti i cittadini e attrae turisti e visitatori. Per il secondo anno consecutivo, inoltre, l’evento torna nel centro storico della città, grazie all’impegno dei commercianti del consorzio Cosap 99. Da corso Vannucci a via Mazzini, da via Baglioni a via Oberdan, gli stand, raddoppiati rispetto all’anno passato, saranno dislocati per gran parte del centro storico con prodotti di antiquariato e artigianato, alimentari, stoviglie, tovagliati e prodotti tipici di varie città, italiane ed europee. A illustrare i particolari della manifestazione Pasquale Tirelli, presidente del consorzio Cosap 99, il vice sindaco di Perugia, Nilo Arcudi, l’assessore allo sviluppo economico del Comune di Perugia, Giuseppe Lomurno, il comandante e il vicecomandante della Polizia municipale, rispettivamente Nicoletta Caponi e Antonella Vitali, Marco Bindocci, vicepresidente Collegio Arti e Mestieri, e Sergio Mercuri, presidente Confcommercio Perugia. Taglio del nastro, quindi, domenica 1 novembre, alle 10 a Pian di Massiano e alle 11.30 in centro storico. Accanto a commercianti locali, perugini e umbri, parteciperanno alla fiera espositori provenienti da altre regioni d’Italia e da altri Paesi. Protagoniste, infatti, anche le tipicità prevalentemente culinarie di Sicilia, Sardegna, Marche e Trentino, oltre che di alcune delle città gemellate con Perugia tra cui Aix de Provence, Bratislava e Tubingen, che esporranno in piazza Matteotti. Le ceramiche di Deruta, il tartufo e le specialità della pasticceria perugina, poi, saranno alcuni dei prodotti tipici che rappresenteranno l’Umbria sui banchi della fiera. E poi abbigliamento e biancheria intima, calzature, pelletteria, bigiotteria, profumeria, prodotti per la casa, editoriali, di erboristeria, ferramenta, accessori auto, giocattoli, mobili e oggettistica in legno, vetro e ferro battuto saranno gli ingredienti della manifestazione. Spazio anche agli agricoltori con la loro produzioni locali: piante da orto e da giardino, frutta, verdura, miele. In alcune zone caratteristiche del centro, poi, come piazza Ansidei, piazza Danti e via dei Priori saranno allestiti degli angoli adibiti alle degustazioni di prodotti enogastronomici tipici. “La fiera dei morti – ha commentato Arcudi – rappresenta un evento importante della tradizione e dell’identità perugina. Insieme a Umbria Jazz e Eurochocolate è anche uno degli eventi che richiede maggiore sforzo organizzativo e logistico, che il Comune cerca di gestire nel miglior modo possibile, di concerto con le forze dell’ordine e tutti i soggetti coinvolti, per garantire a residenti e turisti una fruizione piacevole dell’evento. La città di Perugia ha acquisito, ormai, un grande patrimonio che è quello di saper gestire i grandi eventi e la fiera dei morti è uno di questi”. “Quest’anno – ha spiegato Pasquale Tirelli – abbiamo voluto organizzare una fiera più qualificata e siamo andati, per questo, alla ricerca di cose particolari: dall’antiquariato all’artigianato anche straniero, alle eccellenze gastronomiche non solo umbre, ma nazionali e internazionali”. “La dislocazione degli stand in diverse zone del centro – ha aggiunto il presidente del consorzio Cosap – vuole essere un modo per riqualificare e rivitalizzare il centro anche grazie alla collaborazione e alla sinergia con i commercianti, che in questi due anni hanno dato buoni risultati”. “Questa manifestazione – ha aggiunto Lomurno –, che ha una grande valenza culturale e storica per la città, e si rivela un’importante leva per lo sviluppo economico e turistico. La sua presenza nel centro storico, poi, permette di riportare in vita una tradizione cara ai perugini e di coniugare insieme le bellezze architettoniche della città, con i suoi prodotti tipici in un evento, allo stesso tempo di respiro internazionale”. Condividi