Oltre 2,4 milioni giornate di permesso fruite nel 2008 - sulla base del campione monitorato pari a quasi il 50% del totale - dal 9% dei dipendenti pubblici: sono i risultati della rilevazione sull'applicazione della legge 104 del 1992 a favore dei disabili e dell'assistenza ai familiari con handicap. Monitoraggio voluto dal ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, per verificare l'entità e le forme di utilizzo ed evitare gli abusi. ''Nel settore privato la media è dell'1,5%, certamente è un uso sottodimensionato, ma nel settore pubblico è certamente sovradimensionato'', ha detto. Si tratta, ha spiegato il ministro, di un dato in crescita ''progressiva'' che porta la proiezione sul 2009 a stimare in oltre 5,5 milioni i permessi retribuiti, con punte nella scuola ed in alcune regioni, a partire dall'Umbria dove la percentuale dei fruitori - sempre nel 2008 - arriva al 16%. ''E' una legge benemerita, di grande sensibilità ma come succede spesso, anche in ragione di mancati controlli, si è prestata ad una serie di abusi'', ha detto Brunetta, indicando ''sulla base di una stima prudenziale l'ipotesi di un 30% di abusi e di una stima un po’ più forzata come la mia – ha proseguito - il 50% di abusi''. L'obiettivo quindi, ha sottolineato il ministro della Pa, è ''eliminare ogni altro comportamento opportunistico, recuperando la finalità originaria di assistenza reale ai disabili''. Tali permessi ''costano allo Stato circa 660 milioni di euro l'anno e la cifra arriva ad un miliardo di euro sommando gli altri benefici'', ha detto ancora Brunetta, spiegando che la finalità dei controlli e del freno agli abusi punta a ''liberare centinaia di milioni di euro per assistere davvero chi ha bisogno, con buona pace degli approfittatori. Non si tratta di risparmiare ma di ridistribuire le risorse''. Non escludendo un reinvestimento ''almeno parziale, in servizi o sgravi fiscali diretti a favore dei disabili'', come si legge nelle proposte finali della rilevazione stessa. Condividi