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di Nicola Bossi Dopo l'8 settembre del 1943 sono stati vittime di deportazioni, privazioni e obbligati a lavorare in condizioni disumane per l'esercito tedesco. E' stato questo il calvario dei militari umbri, e italiani in genere, destinati a lavoro coatto durante la seconda guerra mondiale. Oggi due reduci e due familiari di militari internati scomparsi hanno ricevuto la medaglia della Repubblica dal Prefetto di Perugia, Enrico Laudanna che ha ribadito ai premiati che “lo Stato non ha voluto dimenticare questi figli costretti a vivere anni di privazione e di sacrifici in pieno conflitto bellico” e inoltre ha aggiunto che “purtroppo a questa premiazione non hanno potuto partecipare molti altri internati che sono venuti a mancare in questi ultimi anni”. L'onorificienza - una medaglia con impresso un filo spinato simbolo dei lagher tedeschi - è andata a due supertisti speciali: a Biagio Fusaia, nato nel 1918, catturato a Patrasso (Grecia) il 14 settembre, obbligato a realizzare trincee per l’esercito tedesco, tornato in Italia il 4 luglio. Ed a Pietro Rossi, Perugia, nato nel 1924, catturato in Grecia a Lamia nel 1943, liberato nel luglio del 1945. Medaglia alla memoria, ritirata dalle figlie, per Vittorio Ruggeri catturato a Tirana dalle truppe tedesche il 1943, obbligato per due anni a tagliare legna a temperature polari, tornato in Italia nel settembre del 1945 e Adelmo Lombardi , classe 1915, viene catturato ad Atene nel 1943, tornato in Italia nel luglio del 1945. Condividi