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In un presa di posizione un po’ confusa, come è costume del consigliere regionale Enrico Melasecche, sul Messaggero del 20 ottobre l’esponente dell’Udc non trova di meglio che attaccarmi personalmente, confondendo argomenti e inventandosi atteggiamenti. Intanto rimettiamo i puntini sulle i. Per prima cosa rassicuro Melasecche sulla mia totale serenità d’animo, me la passo benone, visto anche i buoni risultati del Perugia, e quelli della Federazione della Sinistra di alternativa, che come dimostrano le recenti elezioni europee e provinciali in Umbria è la terza lista a livello regionale e la seconda dello schieramento del centrosinistra. E i sondaggi ci danno in crescita in Umbria, l’ultimo ci assegna un non disprezzabile 8 per cento. È vero consigliere, sono rimasto fedele e coerente con il mandato che l’elettorato mi ha affidato, e nella politica, così come in Consiglio regionale sono restato in Rifondazione comunista. Io non ho cambiato casacca anche quando alle elezioni politiche sono stato candidato al Senato in una posizione “ineleggibile”. Tanto per sottolineare che o si crede ad un progetto politico o si pensa che il proprio destino personale abbia la priorità. Vero consigliere Melasecche, ora unico rappresentante dell’Udc in Consiglio regionale? Il capogruppo dell’Udc elenca alcuni esempi di scelte politiche che mostrerebbero nervosismo di Rifondazione comunista o addirittura che testimonierebbero quanto il Prc abbia fatto di male per lo sviluppo e il progresso della nostra regione, in particolare per i lavoratori umbri. Melasecche ci accusa di aver danneggiato gli operai di Terni e Narni per esserci opposti alla costruzione della megacentrale a turbogas e di aver ostacolato le strategie di sviluppo delle multinazionali, che hanno de localizzato, impoverendo l’Umbria. Al contrario, pensiamo di aver difeso il territorio narnese – un’area già pesantemente penalizzata da inquinamento industriale - da una devastazione ambientale insostenibile e siamo pronti a difendere la zona di Terni e di Narni da un’altra pericolosa insidia che si manifesta all’orizzonte: l’ipotesi di individuare l’area per la realizzazione di impianti di produzione di energia nucleare, che il governo Berlusconi vuole reintrodurre in Italia, ipotesi alla quale l’Udc non si oppone affatto. Inoltre, per i lavoratori umbri Rifondazione comunista ha fatto molto, e continua tutt’ora a fare molto, con la richiesta di istituzione del reddito sociale, con le misure a favore dei cassaintegrati e di chi perde il lavoro per colpa della crisi (anche oggi alle acciaierie di terni si annunciano esuberi, non certo per il costo dell’energia, ma per l’andamento della produzione mondiale colpita dalla crisi finanziaria), con l’appoggio alla lotta della Fiom per la difesa del contratto nazionale di lavoro e per giusti aumenti salariali. L’Udc di queste questioni si disinteressa completamente. E per quanto riguarda l’accusa di riportare l’orologio indietro nel tempo, consiglio a Melasecche di riflettere sulle trasformazioni che la società italiana ha conosciuto nel corso degli ultimi cinquant’anni, sui passi in avanti che hanno fatto le persone nella ricerca e conquista delle libertà individuali, nel diritto a essere se stessi e a potersi esprimere liberamente. Per questo anche il modello della famiglia è cambiato, radicalmente, tanto che si parla di famiglie e non di famiglia. Ma si sa, l’Udc, e con essa i vescovi e il Vaticano, approvano solo l’unione consacrata, tutto il resto non conta e non dovrebbe avere diritto di esistenza nella società moderna. E poi siamo noi comunisti ad avere l’orologio indietro! L’Udc ha una visione arcaica della società, e questo lo testimonia anche la bocciatura della legge sull’omofobia: la libertà di amare e la libera scelta del proprio orientamento sessuale sono mal tollerati da chi ha un’idea della famiglia patriarcale, come luogo della riproduzione della specie e non della ricerca della felicità. Stefano Vinti Condividi