di Daniele Bovi
Il gup Paolo Micheli smonta la tesi della mega truffa ai danni dello Stato che il pm Sergio Sottani aveva esposto il 28 settembre scorso nella sua requisitoria a proposito dell’affaire sui lavori di costruzione del Minimetrò. Requisitoria nella quale aveva chiesto il rinvio a giudizio per diciassette persone. Di queste infatti, solo sette (Gianni Marinelli, Giancarlo Giorgi, Fedora Fodera, Mairano Nucciarelli, Paolo Gori, Vanni Bagatella e Giovanni Luna) sono state rinviate a giudizio per vari reati. Tutti “minori” però rispetto alla pesante accusa esposta nella requisitoria del pm. Delle 13 società coinvolte invece, solo due (Manteca costruzioni srl e Maeg costruzioni spa) dovranno comparire alla prima udienza fissata per il 10 marzo prossimo. Questa, dunque, la decisione del gup comunicata pochi minuti fa alle parti.
La giornata di oggi si era aperta con le repliche dei pm Sergio Sottani e degli avvocati difensori. Prima, i legali avevano chiesto una pausa per esaminare una memoria di 40 pagine depositata dal pubblico ministero. L'inchiesta verteva sul meccanismo di gestione degli appalti creato, secondo la tesi accusatoria, per affidare i lavori a imprese "amiche”. Secondo il quadro accusatorio disegnato dal pm infatti quello del Minimetrò fu un “project financing”: ovvero l’ente pubblico delegò ai privati la realizzazione della metropolitana di superficie e le aziende, non avendo le potenzialità di costruire, si consorziarono nella Umbria scarl Domani, subappaltando poi ad altri i lavori e così commettendo una truffa ai danni dello Stato, co-finanziatore dell’opera.
Nella loro difesa invece, i legali degli imputati sostennero che non ci fu alcuna truffa ai danni dello Stato o turbativa d’asta perché una volta individuato a monte, attraverso una gara pubblica, il socio privato che ha costituito la partecipata “Minimetrò spa”, tutto quello che ne derivò (i lavori, i subappalti e le forniture) faceva parte di un complesso di attività che stavano legittimamente nella “pancia” di questa società mista. I legali ricordarono inoltre che all’epoca dei fatti (eravamo nel 1998), la normativa allora vigente prevedeva che una volta scelto con gara pubblica il partner industriale per realizzare e poi gestire l’opera, esso poteva liberamente rivolgersi al mercato per tutto ciò che riguarda forniture e subappalti.
L’inchiesta, lo ricordiamo, deflagrò nell’aprile 2005, quando le Fiamme gialle perquisirono le società coinvolte sequestrando una notevole quantità di materiale informatico e cartaceo. Da lì la battagli a colpi di carte bollate.
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