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di Alessandro Cardulli (da www.dazebao.org) Uno strappo nel movimento sindacale di eccezionale gravità. Una lacerazione nel tessuto democratico che riguarda l’intero paese, uno strappo a cui occorre dare una risposta forte come dice Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom. Protagoniste le organizzazioni dei metalmeccanici Cisl e Uil che, in gran fretta, hanno svenduto il contratto nazionale così come volevano Federmeccanica e governo, nella persona del ministro Sacconi in particolare. Un “ sopruso”, dice Rinaldini e Gugliemo Epifani, segretario generale della Cgil dopo aver sottolineato la gravità dell’accaduto sottolinea la necessità di “ ristabilire un rapporto fra contratto e democrazia”L’organizzazione padronale aveva precisi obiettivi In primo luogo quello di far pagare l’intero prezzo della crisi ai lavoratori con aumenti salariali offensivi: per il 2010 ai terzo livello andranno 15 euro in più al mese. Insieme dare un colpo alla contrattazione nazionale ed avere mano libera nelle aziende,indebolire il potere di intervento del sindacato proprio mentre vertenze per la difesa del posto di lavoro sono in atto in tante fabbriche,sostenute in particolare dalla Fiom. Non è un caso che la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia esprime piena soddisfazione così come i dirigenti di Federmeccanica. Il governo, proprio facendo leva sulla più grande categoria dell’industria, voleva affermare la “ bontà” dell’accordo nazionale sulla contrattazione che la Cgil si è rifiutata di firmare. Lo smantellamento del contatto nazionale La conferma che al governo non interessavano i contenuti dell’accordo viene dal ministro Sacconi. Afferma infatti che i contenuti dell’accordo tolgono al contratto nazionale quell'improprio carico di significati - anche di carattere ideologico - facendone un momento importante ma inserito in un continuo contesto di interazione tra le parti sociali nella dimensione dei territori e delle aziende”. Chiaro? .L’obiettivo era lo smantellamento del contratto nazionale ed a questo si sono prestati Fim Cisl e Uilm Uil, accogliendo l’imposizione di Federmeccanica ad una firma in tempi rapidissima senza il minimo di consultazione non diciamo dei lavoratori me perlomeno delle struttura di base dei sindacati. Niente, come se l contratto fosse qualcosa che non riguarda i lavoratori ma i vertici, o meglio le burocrazie sindacali che i vertici di Fim e Uilm ormai esprimono. Avevano fretta a firmare in combutta con i padroni perché hanno sentito il vento che montava. La piena riuscita dello sciopero del 9 ottobre con cinque grandi manifestazioni nazionali che hanno portato in piazza 250 mila lavoratrici e lavoratori,era stata un chiaro segnale della volontà delle tute blu: no alla contrattazione separata, no alla svalutazione del contratto nazionale. Avevano chiesto agli altri sindacati di fermarsi, di aprire un periodo di riflessione. La Fiom si era rivolta sia a Fim che a Uilm a Federmeccanica e al governo con una proposta di mediazione, una soluzione transitoria: sospendere l’applicazione del sistema di regole definite dall’accordo separato sulla contrattazione non firmato dalla Cgil e ,ferme restando le posizioni diverse delle parti, operare per definire un nuovo sistema di regole alla scadenza del biennio. Già, perché il contratto non era in scadenza e l’accelerazione è stata voluta da padroni e governo, consenzienti le organizzazioni di Cisl eUil. Un fatto grave nelle storia del movimento sindacale, nel rapporto fra organizzazioni , gli iscritti , i lavoratori tutti. Il contratto appartiene ai lavoratori La Fiom aveva chiamato i metalmeccanici a esprimersi usando lo strumento del referendum a partire elaborazione della piattaforma contrattuale. Fm e Uil si erano chiamatre fuori. Ora, con la firma separata, i dirigenti di questi sindacati nelle dichiarazioni rilasciate si guardano bene dal proporre forme di consultazione di tutti i lavoratori. Da notare che Ugl e Fismic non hanno apposto la loro sigla pechè escluse dalla gestone del Fondo di sostegno Orail segretario della Fim, Ragazzi, in modo arrogante, e offensivo si rivolge alla Fiom dichiarando che questa organizzazione si è “autoesclusa” perché “ più impegnata a pensare al proprio congresso e alla politica generale che ad impegnarsi a rinnovare il contratto”. Risponde il sindacato dei metalmeccanici con una nota della segreteria e una dichiarazione di Gianni Rinaldini, il segretario generale della Fiom. Il contratto-dice- appartiene ai lavoratori e dichiara “illegittimo” l’accordo sulla parte normativa. Sull’aumento medio retributivo afferma “ Manteniamo ferma la nostra piattaforma e la nostra richiesta per il biennio''. 
 
Rinaldini chiede a Fim e Uilm ''di sottoporre l'accordo separato al voto dei lavoratori e delle lavoratrici metalmeccanici. Altrimenti - ha detto - sara' un puro e semplice sopruso''.

Se il contratto non sara' sottoposto al referendum dei lavoratori, ha proseguito ''la Fiom non applichera' quelle regole''. Ha poi annunciato che i metalmeccanici della Cigl apriranno una ''campagna nazionale sul problema della democrazia. Perche' - ha concluso - questo non e' piu' un problema sindacale ma politico''. E’ sceso subito in campo anche il segretario generale della Confederazione di Corso d’Italia.

 Un rapporto corretto fra democrazia e contratto ''Come era prevedibile si e' scelta la strada che era meglio non imboccare: quella della firma senza la piu' grande organizzazione del settore la Fiom''.
 
''Non e' la prima volta - afferma il leader della Cgil - e' gia' avvenuto, ma oggi e' ancora piu' grave anche perche' la durezza della crisi e i problemi dell'occupazione vanno affrontati non dividendo ma unendo gli sforzi. Quello che e' accaduto e' la conseguenza di non aver voluto ragionare sulla via d'uscita che la Fiom aveva proposto e che avrebbe potuto portare ad un esito diverso''.

 ''Federmeccanica - conclude Epifani - parla di atto di grande responsabilita' di chi ha firmato, ma dividere non e' mai un atto responsabile. Se si vuole, a questo punto, davvero essere responsabili fino in fondo l'unica via d'uscita e' far esprimere democraticamente con il voto le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici. Anche per ripristinare un rapporto corretto tra democrazia e contratto''. Condividi