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FRANKFURT AM MAIN – “In Umbria c’è densità culturale: arte, storia, tradizioni ne fanno una delle regioni più importanti dal punto di vista della cultura”. Lo ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini, intrattenendosi brevemente con i responsabili dello “stand” umbro, nel corso della sua visita inaugurale al padiglione che ospita l’Italia alla “Buchmesse” di Francoforte. Trentacinque imprese editoriali con una vasta gamma di titoli di produzione vecchia e nuova: così si presenta l’Umbria al tradizionale appuntamento internazionale della Fiera del Libro, che quest’anno ha la Cina come nazione ospite. E se i “manga” danno lustro alla produzione cinese, sopratutto nella sezione riservata a Hong Kong, questo tipo di fumetto non manca neppure nello stand umbro, grazie ai fascicoli editi da una impresa di Città di Castello, così che le seriali avventure degli eroi d’Oriente stanno costa a costa sugli scaffali con serissimi volumi d’arte e di storia, di tradizioni regionali, di gastronomia, di studi sulla lingua e il dialetto, di guide su città e paesi, di regesti antiquari e approfondimenti su questo o quell’aspetto (noto o meno noto) della cultura regionale. Ma anche romanzi, poesia, saggi critici, produzione scientifica. “È il libro, bellezza”, si potrebbe dire parafrasando una famosa battuta. “È la forza del libro”, dice il coordinatore dello stand Giovanni Carnevali, che con i libri coabita da una vita, da libraio ed editore in Foligno. Carnevali sorveglia il flusso dello “stand”, viene chiamato, interviene, parla con i visitatori, spiega, è fiero dei pacchi di manifesti che reclamizzano l’Umbria, sul bancone d’ingresso, e che sono continuamente richiesti (“Vanno via come il pane: è perché sono belli, e sono un semplice, ma efficacissimo e soprattutto duraturo mezzo di comunicazione”). “Potrebbe sembrare – continua Carnevali -, al confronto con questi colossi, in una manifestazione così grande, che l’Umbria e la sua produzione libraria siano una piccola cosa, e invece guardate qui, che ricchezza d’interessi, che edizioni di tutto rispetto. Il problema è la distribuzione, i grandi editori che la fanno da padrone. Ma tanti di questi libri, per qualità autoriale e grafica, non sfigurerebbero da nessuna parte, né a Roma né a Milano, se solo ci potessero arrivare. Ma l’importante è che, nonostante tutto, la nostra editoria sia in costante crescita, che la produzione aumenti, e che sia una produzione qualificata, di buon livello, in grado di dire la propria nel panorama nazionale”. Che tipo di produzione? “Ce n’è per tutti i gusti – risponde Carnevali -. È la prova che gli interessi sono molteplici, che il territorio pone domande, e se un libro si stampa è sempre positivo. C’è un movimento diffuso, anche da noi, che spinge alla produzione di libri, siano individui, associazioni, istituzioni, che descrivono il territorio, la realtà, quello che si conosce, si fa e si studia. C’è un interessante movimento di librerie antiquarie. E non vanno dimenticate le tipografie, quell’arte grafica umbra che anche qui in fiera è ben rappresentata nel nostro ‘stand’. Le tipografie umbre (che lavorano anche per grossi committenti nazionali) contribuiscono molto alla crescita complessiva della nostra editoria. Si fanno in Umbria libri sull’arte, il paesaggio, le città, le tradizioni della campagna, per dirne alcuni, di ottimo livello. E c’è comunque una distribuzione che, se il mercato fa difetto, interessa la rete delle biblioteche, dei musei, delle istituzioni, dove i libri vengono comunque conservati e continuano la loro vita. Perché la vita del libro – sottolinea Carnevali – è imprevedibile. I libri possono essere ignorati, scomparire, e poi riemergere a nuova vita, in circostanze mutate, nei modi più impensati”. E la promozione turistica, che quest’anno affianca per la prima volta la partecipazione dell’Umbria alla “Buchmesse”? “Importantissima”, dice Giovanni Carnevali. “La cultura e il turismo devono procedere di pari passo, sono un veicolo reciproco, si potenziano a vicenda, sono entrambi la descrizione e l’esaltazione di un territorio, la prova della sua vitalità e capacità di attrazione. Se la promozione non è integrata, non si va da nessuna parte”. Condividi