inflazione-756027.jpg
I dati definitivi sull'inflazione di settembre diffusi dall'Istat mostrano un aumento su base tendenziale a +0,2% dell'indice dei prezzi al consumo (agosto +0,1%). Sul piano congiunturale, la variazione dell'indice dei prezzi al consumo è risultata pari a -0,2%. Il tasso di inflazione ''acquisito'' per il 2009, cioè quello che si registrerebbe se l'indice dei prezzi al consumo rimanesse nella restante parte dell'anno allo stesso livello misurato a settembre, è pari a +0,7%. La lieve accelerazione dell'inflazione, a settembre, risente della crescita su base mensile dei prezzi dei beni durevoli e semidurevoli (rispettivamente pari allo 0,4% e allo 0,2%), che contribuisce a contenere gli effetti derivanti dalla flessione congiunturale dei prezzi dei beni energetici (-0,5%) e di quella, in gran parte dovuta a fattori stagionali, dei servizi (-0,6%). Al netto della componente energetica e degli alimentari freschi, il tasso di crescita in ragione d'anno dei prezzi al consumo si è stabilizzato all'1,3%. L'indice armonizzato dei prezzi al consumo, calcolato tendendo conto delle riduzioni temporanee di prezzo, a settembre ha evidenziato una crescita dello 0,7% rispetto al mese precedente e dello 0,4% rispetto al settembre del 2008. L'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) ha registrato una variazione di +0,7% sul piano congiunturale e una variazione di +0,4% in termini tendenziali. L'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, comprensivo dei tabacchi, nel mese di settembre 2009 ha registrato una variazione di -0,2% rispetto ad agosto e una variazione di +0,3% rispetto a settembre 2008; le corrispondenti variazioni registrate dall'indice calcolato al netto dei tabacchi sono state, rispettivamente, -0,3% e +0,1% per cento. Nel mese di settembre gli aumenti congiunturali dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) più significativi sono stati rilevati per i capitoli istruzione (+1,1%), comunicazioni (+0,9 per cento) e altri beni e servizi (+0,3 per cento); una variazione nulla si è registrata nel capitolo prodotti alimentari e bevande analcoliche; variazioni congiunturali negative si sono verificate nei capitoli trasporti (-1,5%), ricreazione, spettacoli e cultura (-1,3%) e abitazione, acqua, elettricità e combustibili (-0,1 per cento). Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati nei capitoli bevande alcoliche e tabacchi e altri beni e servizi (+2,7%), istruzione (+2,1%) e comunicazioni (+1,9%); variazioni tendenziali negative si sono verificate nei capitoli trasporti (-2,9%) e abitazione, acqua, elettricità e combustibili (-1,8%). Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Napoli (+2,1%), Trieste e Reggio Calabria (+1,4% per entrambe) e Perugia (+0,7%); le variazioni più moderate hanno riguardato le città di Milano, Trento e Firenze (-0,5% per tutte e tre), Palermo (-0,3%), Venezia, Bologna e Bari (-0,2% per tutte e tre). Condividi