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dal sito www.sinistraeliberta.it “Cambiare passo subito per ricostruire la sinistra” di Andrea Colombo L’Altro, 13 ottobre 2009 . L’ esito dell’Assemblea nazionale dei Verdi, dove a sorpresa hanno prevalso le aree ostili all’internità dei Verdi a Sinistra e Libertà, è un colpo duro per il soggetto in formazione, e Gennaro Migliore, coordinatore del Movimento per la Sinistra, certo non se lo nasconde Gennaro, dopo l’Assemblea dei Verdi, esiste ancora SeL? Esiste. Deve esistere, perché non possiamo tradire il mandato affidatoci dagli elettori che hanno votato per noi alle Europee proprio in nome di quel progetto e da tutte quelle persone che in questi mesi hanno con grandissima generosità dato corpo reale a quell’opzione. Ma certo, dopo che uno dei soggetti proponenti ha fatto, in piena autonomia, un’altra scelta, bisogna tornare drasticamente alle ragioni fondanti di quel progetto. Nessuna delle opzioni che costituiscono il cuore del progetto di SeL è oggi rimessa in discussione. La ricostruzione della sinistra, con un profilo laico ed ecologista è assolutamente indispensabile in un quadro politico complessivo che necessita di una presenza attiva per contrastare Berlusconi e le sue politiche e per costruire un progetto alternativo di società. Tuttavia immagino che ora qualcosa nel percorso costitutivo di SeL debba cambiare rispetto all’agenda fissata a Bagnoli… Bagnoli aveva dato indicazioni chiare sull’adesione al progetto di SeL. A questo punto è necessario che queste adesioni diventino la base su cui fondare un soggetto politico realmente autonomo. Per farlo è bene che la Conferenza programmatica fissata per dicembre diventi una scadenza propriamente congressuale e fondativa. . Insomma, si tratta di far nascere SeL già in dicembre? SeL è già nata. Si tratta di accelerarne il passo rispetto a quanto deciso a Bagnoli per darle una prospettiva più salda. . Con quali priorità e con quali strategie, anche nei rapporti con le altre forze della sinistra? Con un percorso molto aperto alla partecipazione attiva di tutti coloro che hanno contribuito a far nascere SeL nei territori. Con dinamiche pluraliste che rispettino quello che è uno dei principali valori aggiunti di SeL. Insomma, un percorso che veda l’impegno diretto di quelli che fino a oggi hanno messo in piedi questo soggetto e che, allo stesso tempo, possa candidarsi a ricostruire la sinistra mantenendo una relazione con tutte le forze che a questo progetto sono interessate. . Anche quelle della Lista comunista? Anche parlando a quelli che stanno nella Lista comunista e che hanno espresso la volontà di riproporre una dialogo che non parta dalla esecrazione del passato ma guardi alle necessità del paese. Ma ovviamente questo dialogo necessita di un interlocutore che può essere solo una SeL forte del proprio progetto politico e della propria volontà di intervenire sull’intera agenda politica: sulla difesa della Costituzione minacciata, sul contratto dei metalmeccanici, sulla scuola, sull’opposizione al nuclearismo resuscitato… . Pensi a liste comuni per le Regionali? Questo verrà deciso democraticamente. Non posso certo anticipare io quello che deve essere deciso da un’assemblea che prevede il riconoscimento delle funzioni decisionali degli aderenti e dgli iscritti a SeL. A me interessa interloquire con tutte le forze politiche della sinistra e guardare anche al processo tumultuoso che si sta determinando nelPd e che mi pare tutt’altro che risolto dalle primarie. L’unità per la ricostruzione della sinistra resta per me il valore fondante del percorsoche abbiamo scelto. La mia propensione personale,comunque,è favorevole alle liste unitarie. . La conferenza programmatica avrebbe dovuto fissare le regole per il congresso. Con quali regole si farebbe, invece, un congresso anticipato? I gruppi di lavoro costituiti a Bagnoli possono farsi carico di indicare i meccanismi e le regole che permettano di guadagnare il risultato principale, ovvero costituire SeL come soggetto autonomo. Penso che sia le forze organizzate sia tutti quelli che hanno guardato a SeL come originale e autonoma esperienza di ricostruzione della sinistra debbano indicare una prospettiva che consenta di non avere incertezza su punti determinanti come la presentazione di SeL alle prossime regionali. . E come pensi che si debba formare la platea congressuale? Utilizzando strumenti di democrazia partecipativa e deliberativa in un contesto di piena autonomia delle articolazioni territoriali. A mio parere i delegati devono essere eletti dagli iscritti in proporzione territoriale derivata dai risultati ottenuti alle europee. . Come ti spieghi il ribaltamento dei rapporti di forza nei Verdi rispetto alla vigilia? In un contesto di così grande spiantamento dei partiti, quando questi ultimi non riescono più a parlare alla società che dovrebbero rappresentare, è facile che nei partiti stessi prevalgano riflessi identitari rassicuranti. Ma si tratta di identità vuote. Tra i Verdi il tema della Costituente ecologista, così come nel Pd quello della costruzione di una grande forza democratica, non sono stati per nulla affrontati seriamente, chiarendone cioè i lineamenti,ma solo branditi a scopo interno. Per questo dico che si tratta di “identità vuote”. . Ma il ribaltone tra i Verdi non è anche conseguenza di una eccessiva lentezza nel percorso costituente di SeL? Abbiamo pagato un prezzo, che però non era affatto dovuto a una volontà escludente, ma al suo esatto contrario. Non abbiamo ceduto alla tentazione di quella semplificazione estrema che passa per il rivolgersi solo a quelli con cui l’affinità è più immediata e stretta escludendo tutti gli altri. E secondo me è ancora quella la direzione giusta. . La minoranza verde è ancora parte di SeL? Sono stati miei compagni di strada sinora e lo saranno anche domani. E’ l’organizzazione dei Verdi che ha fatto, a maggioranza, una scelta diversa, non gli ecologisti che restano parte costitutiva del nostro percorso. . Ultima domanda: ma dopo questo congresso si potrà infine parlare di partito? Sì. Solo che dobbiamo mettere radicalmente in discussione le forme con cui i partiti si sono costituiti nel corso dell’ultimo secolo, altrimenti “partito” diventa una parola vuota,o una coperta di Linus. Per me la vocazione di questo soggetto non è ripetere gli errori dei partiti costruiti su profili rigidamente identitari o su strutture verticali e sostanzialmente prive di partecipazione reale. Dare una sostanza più solida al nostro progetto politico vuol dire mettersi più che mai in gioco sul terreno della crisi della politica e della rappresentanza. A Roma il 3 ottobre c’era un popolo senza partito e noi dobbiamo ricostituire un legame sia con quel popolo, sia con quello che sta riempiendo le piazze in questi giorni: dai metalmeccanici al movimento gltq, agli studenti e ai precari e al movimento antirazzista che si darà appuntamento il 17 ottobre. Condividi