Cresce il numero dei protesti levati in provincia di Perugia nel secondo semestre del 2009 rispetto allo stesso periodo del 2008. Da aprile a giugno di quest'anno cambiali, assegni e tratte non onorate sono state complessivamente 4.205 con un aumento in un anno del 9,5%. In lieve calo invece (-3%) gli importi protestati scesi da 13.247.112 euro del secondo trimestre 2008 a 12.840.358 euro del secondo trimestre di quest'anno. Questi i dati forniti oggi dall'ufficio protesti e prezzi e dall'ufficio studi e ricerche economiche della Camera di commercio di Perugia.
''Più incoraggiante'' - dice il comunicato dell'ente camerale - il confronto congiunturale con il trimestre precedente (il primo del 2009) che fa registrare una crescita più contenuta degli effetti protestati (+5,1%), con una forte diminuzione del valore complessivo delle insolvenze, passate da oltre 15 milioni di euro a 12,8 milioni. Di conseguenza, si contrae il valore medio del singolo titolo protestato, che ammonta nel secondo trimestre 2009 a 3.053 euro, il secondo
valore più basso registrato dal gennaio 2008.
''Dalla rilevazione sui protesti - commenta il presidente della Camera di commercio di Perugia, Giorgio Mencaroni, emergono segnali contrastanti, con protesti in crescita seppur contenuta e contrazione degli importi protestati rispetto ai primi tre mesi dell'anno, ma che a ben vedere lasciano prevedere un rientro a breve/medio termine del fenomeno dell'insolvenza in una dimensione di fisiologica normalità''.
Il segretario generale dell'ente camerale, Andrea Sammarco, spiega che analizzando separatamente l'andamento dei protesti del secondo trimestre 2009 per tipologia di titoli protestati, si rileva che l'incremento complessivo dei protesti levati è da attribuirsi in particolar modo alla crescita del numero delle cambiali protestate, passate da 2.578 nel primo trimestre a 2.769 nel secondo trimestre 2009 (191 unità in più, pari ad un incremento del +7,4%). Al maggior numero di cambiali protestate ha fatto riscontro un sensibile calo del loro importo monetario per oltre un milione di euro, il 17% in meno. Dati congiunturali in decisa diminuzione si registrano per gli assegni protestati.
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