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di Daniele Bovi Da Ponte San Giovanni alla zona dell’Università Bocconi di Milano. A ciò sembrano essere costretti i 31 dipendenti della Colussi di Perugia che ieri hanno ricevuto una lettera dell'azienda che annunciava il cambio della sede di lavoro a partire dal prossimo 30 di novembre. Non più dunque via Ferriera, là dove corre il Tevere, ma via Spadolini 5, Milano, piena zona Bocconi. Non proprio Gratosoglio o Dosso Cavallino. Unica consolazione: a pochi passi dalla nuova sede c’è viale Umbria. Così ti senti a casa. E così stamattina nella sede di Perugia scatta lo sciopero. “Adesione totale” dicono dalla Cgil. “Siamo fortemente preoccupati, come lo sono i lavoratori per quello che i più maliziosi interpretano come l'inizio dello spostamento definitivo di Colussi a Milano”, ha spiegato stamattina in conferenza stampa Vincenzo Sgalla, segretario generale della Flai-Cgil. “Per questo - ha aggiunto Dario Bruschi della Fai Cisl - abbiamo chiesto un interessamento delle istituzioni locali per assicurare che una delle due 'teste' della Colussi resti qui in Umbria”. A far imbestialire i lavoratori c’è poi la contropartita che l’azienda offre per uno spostamento che, come hanno ricordato i sindacati, al momento non è negoziabile. Sul piatto infatti Colussi ha messo un anticipo del 70 per cento del Tfr (“soldi che sono già dei lavoratori”, hanno osservato Flai, Fai e Uila), 8 giorni di albergo pagato per trovarsi un alloggio e poi un'indennità di 400 euro lordi per 12 mesi. Per la cronaca, i lavoratori interessati dallo spostamento guadagnano in media 1300 euro al mese. E a Milano la vita non costa come a Ponte San Giovanni. Prendiamo per esempio la questione della casa e supponiamo di volerne prendere una in affitto nella zona dove verranno trasferiti i 31 lavoratori. 1250 euri servono per un bilocale, 850 per un mono, 550 per un posto letto, 1400 per 85 metri quadri, 1200 più spese per “signorile appartamento in zona Bocconi-Ied vicino studentato”. Così fai pure amicizia con gli studenti. Se prendiamo invece in considerazione tutta la città, il costo di un metro quadro in affitto è di 15 euro. Per sessanta metri per esempio, servono 900 euri al mese. Mettiamoci sopra cibo, spostamenti, bollette e un minimo di vita sociale e siamo già abbondantemente fuori con l’accuso. Lo sciopero di oggi, dicono i sindacati, è solo l’inizio di un'intesa fase di mobilitazione qualora l'azienda non si decida a “cambiare radicalmente atteggiamento”. Intanto, sono già in programma un tavolo con il comune di Perugia e con la Regione Umbria e il coordinamento nazionale del gruppo Colussi per il prossimo 27 ottobre a Imperia. “Entro quella data – hanno concluso i sindacati – dovremo avere un nuova proposta da parte dell'azienda, che ci permetta di intavolare una trattativa seria”. Condividi