Qualificazione della subfornitura, valorizzazione del marchio proprio, tutela del made in Italy, promozione, sostegno al credito e maggiori investimenti in formazione e valorizzazione delle risorse umane: passa per queste 6 strategie il rilancio del tessile in Umbria secondo Cna Federmoda (oltre 500 imprese associate). Per Federmoda, il sistema moda in Umbria, sebbene sia stato messo a dura prova dalla crisi economica e dalla competizione internazionale, ''costituirà sempre un vero e proprio pilastro del sistema economico locale''.
Da qui la richiesta di istituire un tavolo regionale di confronto sul settore moda. Fondamentale - per Cna Federmoda - è puntare alla creazione di un marchio proprio, quale possibile strumento per favorire il rientro della produzione in Umbria. ''I dati in nostro possesso - afferma, in un comunicato - il presidente dell'associazione, Tiziano Ciampetti - confermano la tendenza di diverse imprese umbre a seguire l'esempio di aziende che, con successo, hanno tentato la carta della realizzazione di un proprio marchio.
Questo,a nostro avviso, potrebbe rappresentare un sicuro percorso per garantire che le varie fasi di lavorazione avvengano esclusivamente in Umbria. Un riposizionamento sul mercato e l'acquisizione di ulteriori know-how potrebbero far guadagnare importanti posizioni di nicchia, recuperando così competitività e commesse''. Le piccole imprese e l'artigianato in particolare - evidenzia inoltre Federmoda - continuano a subire l'effetto della frode legata alla contraffazione. Infine, secondo l'associazione, per reagire alla crisi ''una parte essenziale la dovranno giocare anche le banche'' che negli ultimi anni hanno contingentato o addirittura chiuso le loro linee di credito nei confronti del settore tessile.
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