di Isabella Rossi
Già 65.000 firme per dire basta agli insulti, per fermare la violazione, sprezzante e compiaciute, del diritto alla pari dignità non solo delle cittadine ma di tutte le donne residenti in Italia. Questo l’appello partito dalle pagine di Repubblica e firmato da: Michela Marzano, Barbara Spinelli, Nadia Urbinati
QUEST'UOMO OFFENDE NOI DONNE E LA DEMOCRAZIA: FERMIAMOLO
È ormai evidente che il corpo della donna è diventato un’arma politica di capitale importanza, nella mano dei Presidente del consiglio. È usato come dispositivo di guerra contro la libera discussione, l’esercizio di critica, l’autonomia del pensiero. La donna come lui la vede e l’anela è avvenenza giovanile, seduzione fisica, ma in primissimo luogo è completa sottomissione al volere del capo. È lì per cantare con il capo, per fare eco al capo, per mettersi a disposizione del capo, come avviene nelle fiere promozionali o nei dispotismi retti sul culto della personalità. Le qualità giudicate utili per gli show pubblicitari si trasformano in doti politiche essenziali, producendo indecenti confusioni di genere: ubbidienza e avvenenza diventano l’indispensabile tirocinio per candidarsi a posti di massima responsabilità. Diventano il burqa gettato sul corpo femminile, per umiliarlo sulle scene televisive e tramutarlo in arma che ferisce tutti e tutto. Contro questa cretinizzazione delle donne, della democrazia, della politica stessa, protestiamo. Quest’uomo offende le donne e la democrazia. Fermiamolo.
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