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SPOLETO - È iniziato a Villa Redenta di Spoleto il convegno sulla crisi in Umbria e in Italia, presente Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista. Iniziativa che servirà anche per raccogliere le firme per chiedere le dimissioni del premier dopo i suoi fallimenti sulla politica economica, che ha lasciato in Italia un milione e mezzo di precari senza nessun reddito, il che tradotto in Umbria vuol dire oltre 13mila persone senza lavoro. Dimissioni che si rendono indispensabili anche a seguito della bocciatura del cosiddetto lodo Alfano. Sa sala è gremita e si notano fra il pubblico rappresentanti dell'Amministrazione comunale, fra i quali il vicesindaco Dante Andrea Rossi, e della Cgil spoletina. Particolarmente numerosa la rappresentanza operaia, ex metalmeccanici e dell'industria spoletina Minerva, che, alla presenza di Ferrero, hanno voluto raccontare la loro esperienza di senza lavoro in questo periodo di crisi. C’è chi a 56 anni vive da ormai tre anni con 650 euro al mese, e questo assegno terminerà a fine dicembre proprio ad un anno dal raggiungimento dell'agognata pensione. Per farcela sarà costretto ad indebitarsi, contraendo un prestito che gli consenta anche di pagare questo ultimo anno di contributi. Ma la disperazione e la rabbia coinvolge anche operai più giovani, di 40-45 anni, che non riescono a trovare un nuovo impiego, a parte qualche lavoretto a nero che li umilia oltremodo. Tra tanti operai anche un artigiano che si è scagliato contro lo scudo fiscale del governo che favorisce i ricchi e i disonesti lasciando in mutande chi produce e gli operai che stanno sotto a lui. Tutti hanno chiesto al segretario Ferrero una cosa sola: una lotta dura contro questo stato di cose, per riportare il lavoro al centro dell'attenzione del Paese. Per il segretario di Rifondazione comunista la crisi non solo non è passata, ma viene utilizzata dal tandem Berlusconi-Tremonti per dividere, alimentare nuovi odi tra i lavoratori ed infine distruggere il sindacato. Per Ferrero l’obiettivo resta quello di privare i cittadini e i lavoratori degli strumenti che consentano loro di farsi sentire, per rivendicare i diritti conquistati negli anni passati. “Questo governo – spiega sempre Ferrero – non fa nulla per uscire dalla crisi internazionale. E questo non perché sono degli incapaci ma perché gente come Tremonti sa benissimo che uno sforzo in questo senso costerebbe troppi soldi allo Stato. Soldi che si preferisce spendere diversamente, correndo in soccorso di banche e imprenditori, tagliando al contempo i servizi per i comuni cittadini. Quindi ci si affida esclusivamente ad una eventuale ripresa da parte di altri Paesi che ridia un po’ di fiato anche all’export italiano. Si sfrutta la crisi per istituire una sorta di nuovo regime, dove i sindacati non devono scioperare, non devono far sentire la propria voce, ma devono gestire soltanto le elemosine che verranno date ai lavoratori per non far scoppiare il sistema Berlusconi". Ferrero inoltre ha spiegato alla platea del Prc dell’Umbria – riunito a Spoleto oggi pomeriggio – che si è già perso un milione di posti di lavoro soprattutto tra i giovani, tra i precari, tra le partite Iva. Se rimarrà questo stato di cose, anche il prossimo anno altri 500mila perderanno il proprio lavoro. “L’unica soluzione – ha concluso – è quella di ridistribuire la ricchezza dai grandi capitali ai lavoratori. In questa maniera aumenterà l’offerta che tornerà a far muovere industria, artigianato e servizi”. Condividi