PERUGIA – Gli agenti di custodia del carcere di Capanne di Perugia si dichiarano ben disponibili ad operare per la rieducazione alla legalità dei detenuti che lasciano l’istituto di pena; ma i problemi di assoluta mancanza di organici al momento impedisce loro anche di avere un sereno rapporto con le proprie famiglie, proprio per l’eccessivo carico di lavoro cui sono sottoposti. Dal carcere perugino, oggi visitato dalla Commissione regionale sulle infiltrazioni criminali in Umbria (presidente Paolo Baiardini, vice Armando Fronduti, membri Ada Girolamini, e Stefano Vinti) che hanno incontrato ufficialmente anche la direttrice dottoressa Bernardina Di Mario, viene un unico concorde messaggio: “Siamo orgogliosamente soddisfatti del vostro interessamento e del ruolo rieducativo che ufficialmente ci riconoscete. Dovete però aiutarci a ad uscire da una situazione di lavoro ormai ai limiti della sopportazione, fatta di turni di lavoro di 10 ore, di eccesso di traduzione di detenuti verso il Tribunali e di recente verso Milano con un organico ridotto a metà che non potrà essere assolutamente compensato dai nuovi arrivi (solo 23 e non i 110 di cui si parla). Non è un caso - è stato detto in alcuni interventi per sottolineare il forte disagio - che proprio nei corpi di Polizia penitenziaria si verifica il più alto numero di suicidi. Diversi i suggerimenti più importanti venuti alla Commissione. Si va dalla richiesta di dotare il vicino Ospedale regionale di almeno una camera con barriere di protezione per poter meglio vigilare sui frequenti ricoveri; alla creazione nel carcere di spazi idonei ad ospitare detenuti che per problemi tossicodipendenza assumono comportamenti assimilabili a quelli dei vecchi reparti psichiatria; fino alla richiesta di maggior tutela dal punto di vista dei rischi sanitari dai quali gli agenti non sarebbero affatto tutelati. Una ispettrice ha suggerito di chiedere ai vari ministeri l’utilizzo di personale della pubblica amministrazione in eccesso, per poterlo integrare utilmente a supporto della vigilanza. Introducendo l’incontro il vice presidente Armando Fronduti ha ringraziato i segretari regionali dei numerosi sindacati presenti (Sappe, Osap, Sinap, Cisl, Uil, Cgil, Cnpp, Ugl) e i tanti agenti e graduati intervenuti. “Siamo qui - ha aggiunto Fronduti - anche per sollecitare la necessità di nuovo personale, necessario ridurre a sei ore i turni massacranti di oltre 50 ore mensili e per chiedervi di conseguenza un ruolo attivo nella rieducazione dei detenuti: una esigenza che come Commissione riteniamo indispensabile”. Al termine dell’incontro il presidente Paolo Baiardini a nome della Commissione si è impegnato a sollecitare, tramite il Consiglio regionale, un intervento a livello di Conferenza Stato-Regioni per avviare a soluzione i problemi evidenziati. Condividi