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TERNI - Sono state condannate a quattro mesi di reclusione e un anno di interdizione dai pubblici uffici ciascuna (pena interamente sospesa) la coordinatrice amministrativa del centro per l'impiego di Terni, Daniela Petroni, e un'assistente sociale del servizio, Maria Concetta Calandrucci, accusate di concorso in abuso di ufficio per aver favorito l'assunzione del figlio della prima, iscritto nelle liste del collocamento mirato dei disabili, in un istituto bancario ternano. Assolto dalla stessa ipotesi di reato - cosi' come era stato richiesto dalla stessa accusa, sostenuta dal procuratore capo della Repubblica di Terni, Fausto Cardella - il dirigente del centro per l'impiego, Franco Fogliano. Per le due donne il pm aveva invece chiesto 9 mesi di reclusione oltre a un anno di interdizione. I fatti risalgono al 2006, quando l'istituto di credito avrebbe presentato al centro per l'impiego di Terni la richiesta nominativa di assunzione di una dipendente iscritto nelle liste delle categorie protette, richiesta alla quale la stessa Petroni avrebbe risposto presentando via fax (con l'aiuto dalla Calandrucci) il curriculum del figlio. Ma dopo l'assunzione del giovane, un altro soggetto inserito in graduatoria aveva presentato denuncia alla procura: cosi' era partita l'inchiesta. Condividi