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PERUGIA - ''Lo andiamo ripetendo da anni; noi non siamo contro le sagre. Siamo contro quelle iniziative che si pongono l'unico obiettivo di fare business con la ristorazione, senza assolvere a tutti gli obblighi a cui sono tenuti i pubblici esercizi. Crediamo che le sagre di qualita' siano una risorsa importante sia dal punto di vista della valorizzazione, promozione, accoglienza e salvaguardia del territorio e dei prodotti agroalimentari, della enogastronomia e dell'artigianato locale, sia dal punto di vista della socialita' e della vitalita' dei centri abitati. Occorre lavorare perche', tramite questi appuntamenti, si arrivi a definire un circuito per la promozione del ''Made in Umbria''. E' quanto hanno evidenziato gli imprenditori dei pubblici esercizi delle province di Perugia e di Terni, aderenti alla Fipe-Confcommercio, che a Todi hanno tenuto una loro riunione per un bilancio dell'attivita' del settore dopo la chiusura della stagione estiva. Secondo i ristoratori umbri, ''va affrontato e risolto il problema della proliferazione delle sagre che nulla hanno a che vedere con l'obiettivo della valorizzazione dei prodotti del territorio''. Le due delegazioni, guidate dai presidenti delle associazioni dei pubblici esercizi territoriali di Perugia e Terni, Romano Cardinali e Massimiliano Fazi, hanno voluto un confronto per chiedere ancora una volta, una revisione della legge regionale sulle sagre - il cui regolamento attuativo e' ancora largamente inapplicato da moltissimi Comuni umbri - in modo che siano valorizzate le iniziative che veramente hanno una stretta attinenza con le emergenze enogastronomiche umbre. Secondo dati, puo' essere stimata nel 50%, la quota degli utenti della ristorazione fuori casa che nel periodo della tarda primavera e dell'estate, scelgono sagre e feste paesane, sottraendo una fetta consistente di mercato all'offerta tradizionale. Condividi