ROMA - Prezzi al galoppo nell'ultimo decennio in Italia che, tra i paesi Ue, fa meglio solo della Spagna. E ad essere i più colpiti sono i fumatori. I calcoli li forniscono i consumatori: dal 1996 ad oggi - spiegano Elio Lannutti dell'Adusbef e Rosario Trefiletti di Federconsumatori - i prezzi al consumo di Eurolandia sono cresciuti del 27,4% (25,3% per i prodotti, 31,1% per i servizi). L'Italia si colloca nettamente al di sopra: +32% (29,3% per i beni, +37% per i servizi).
Dei cinque grandi paesi della Ue, solo la Spagna ha fatto peggio di noi: +42,3% (+36% per i beni, +55,9 per i servizi). Francia, Germania e Regno Unito stanno tra il 20,7% della Germania ed il 23,3 della Francia. Quanto al dato tendenziale (giugno 2009), per Gran Bretagna ed Italia si prevedono ancora prezzi in crescita, rispettivamente: +1,7% e +0,6%. Per Francia e Spagna si prevedono invece prezzi in calo (-0,3 % e -1,0 %), mentre la Germania prevede prezzi stabili. Per quanto riguarda l'andamento dei prezzi dei beni, nei tredici anni considerati (1996-2008), il prodotto che in assoluto ha avuto l'incremento di prezzo maggiore è il tabacco: in Italia +77%, in Francia +111,6 %. Sul versante opposto, i prodotti farmaceutici, che in Spagna sono addirittura scesi del 14,3 per cento. Sempre per la Spagna, il dato tendenziale ipotizza un ulteriore calo del 7,9%. In Italia sono cresciuti dell'8,1 per cento ed il dato tendenziale prevede una crescita del 5,4 per cento. Abbastanza uniforme l'andamento degli alimentari: + 30,4 per cento in Italia, +29% in Francia, +28,9 in Gran Bretagna. Agli estremi la Spagna con un + 48 per cento e la Germania con solo +18 per cento.
Per quanto riguarda i carburanti e i lubrificanti sono cresciuti molto più lentamente in Italia (+58,3 per cento) che negli altri paesi considerati: +98,4 per cento in Gran Bretagna, +94,9 in Germania, +90 in Spagna, +82,2 per cento in Francia. La media europea si attesta a +84,6 per cento. Per i carburanti il dato tendenziale prevede contrazioni di prezzo per tutti i paesi: Italia -19,5 per cento, Francia -26,4, Germania -21,5, Spagna -24,0, Gran Bretagna -17,7. Diversificato l'andamento dei prezzi per l'abbigliamento, cresciuto in Italia del 22, 2 per cento nei tredici anni considerati, in Spagna del 23,5%, solo del 2,6 per cento in Francia, ma sceso dell'1,7 in Germania e addirittura a -48,5 in Gran Bretagna. Per i servizi, si rileva, nei tredici anni considerati, un calo generalizzato per le telecomunicazioni: Italia -30,9 per cento, Francia -20,7, Germania -30,4, Spagna -10,6, Gran Bretagna -22,7. Media UE: -26,7 per cento. Spicca al contrario, il dato italiano dei servizi assicurativi pari a +125,1, contro il +15,6 della Francia, il 27,9 della Germania, il 62,1 della Spagna. In parallelo, l'andamento dei servizi finanziari: +84,3 per cento dell'Italia, in crescita doppia rispetto alla media europea (+40%), battuta dal +90,3 della Spagna, ma con la Gran Bretagna a -22 per cento. "I dati del ministero dell'Economia ed elaborati dall'Adusbef, - spiegano Lannutti e Trefiletti - rappresentano la prova provata di un mercato finto, dove monopoli, oligopoli e cartelli, assecondati dai Governi, specie quelli del centro destra che ha smantellato in questi ultimi 15 mesi le precedenti seppur deboli liberalizzazioni dopo aver svuotato e rinviato la class action, la fanno da padrone e che i consumatori devono subire con prezzi più elevati le peggiori angherie di servizi inefficienti e di scarsa qualità".
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