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Legambiente Umbria scrive a Regione e Provincia chiedendo il blocco immediato dei lavori che la Comunità Montana Valnerina sta svolgendo lungo l'asta del Nera nel tratto tra Sant'Anatolia e Scheggino e di effettuare al più presto rigorosi controlli e verifiche fino ad ora non effettuate circa la correttezza e il rispetto di tutti gli atti autorizzativi e delle relative prescrizioni. “Gli interventi che la Comunità Montana sta svolgendo - dichiarano da Legambiente Umbria – a nostro avviso, sono inappropriati e troppo invasivi e compromettono gli ecosistemi acquatici del fiume, causano la frammentazioni degli habitat e la perdita consistente di biodiversità, inoltre non risolvono le problematiche del rischio idrogeologico per una corretta funzionalità idraulica. Ampi sbancamenti, tagli generalizzati della vegetazione spondale, mezzi cingolati in alveo, sponde rettificate: tutti interventi che contrastano con evidenza i principi di conservazione e funzionalità ecologica stabiliti dalle norme nazionali e comunitarie vigenti per i siti ricadenti nella Rete di Natura 2000 verso i quali la regione Umbria ha assunto precisi impegni”. Già lo scorso anno, nel mese di ottobre Legambiente Umbria aveva richiesto il blocco di analoghi lavori che interessavano sempre il Fiume Nera a monte dell'abitato di Cerreto di Spoleto. A seguito della segnalazione dell'associazione ambientalista era stato avviato dalla Regione Umbria un tavolo di confronto con Provincia di Perugia e Comunità Montana che aveva portato all'individuazione di prescrizioni e protocolli operativi per la gestione degli interventi. “Dobbiamo costatare con amarezza – continuano da Legambiente Umbria - che sono state compeltamente disattese tutte le prescrizioni e le indicazioni individuate e che nessuno ha provveduto al controlo della buona esecuzione dei lavori. L’aspetto più preoccupante è il ripetersi di questi fatti: si usano finanziamenti pubblici per la cura, la messa in sicurezza e la valorizzazione del territorio, in modo improprio. Si dimostra l'assoluta incapacità nella progettazione, nella programmazione della gestione idraulica e nella gestione delle risorse ambientali di una delle zone di maggior pregio come la Valnerina”. A farne le spese è l’ambiente naturale che vede limitarsi progressivamente il proprio potenziale ecologico e la collettività tutta che partecipa alla spese pubblica per interventi che poco prevengono e risolvono, ma al contrario molto costano e non solo economicamente ma anche ambientalmente.C’è da chiedersi perché si continua ad intervenire in quei tratti di fiume dove già in precedenza sono stati eseguiti gli stessi interventi che avrebbero dovuto assolvere a garantire l'officiosità del fiume? Perchè nessuno si è preoccupato di controllare e di verificare nel tempo la .qualità e l'efficacia degli interventi precedenti? E perchè nessuno ha provveduto a verificare dopo il blocco dei lavori dello scorso anno, che quelli attualmente in corso fossero svolti non solo a regola d'arte, ma con tutte le dovute garanzie per la salvaguardia degli ecosistemi? Condividi