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PERUGIA - “Uno sciopero per fermare coloro che vorrebbero che dalla crisi si esca tornando indietro, uno sciopero per contrastare chi vuole scassare il Contratto Nazionale e vuole affermare che una minoranza può determinare per la maggioranza senza il vincolo del voto democratico”. Con queste parole il segretario generale della Fiom Cgil di Perugia, Alessandro Piergentili, ha aperto stamattina il direttivo provinciale della categoria, convocato, alla presenza del segretario nazionale Giorgio Cremaschi, per preparare, insieme ai delegati delle aziende metalmeccaniche della provincia di Perugia, la giornata del 9 ottobre 2009 quando i lavoratori del settore si fermeranno per lo sciopero nazionale proclamato appunto dalla Fiom Cgil. Ma il dibattito non poteva non partire da un'analisi della realtà che i lavoratori del settore metalmeccanico stanno vivendo anche in questo territorio. “Nel 2007 nella provincia di Perugia avevamo avuto 565.958 ore di cassa integrazione ordinaria nel settore – ha detto Piergentili nella sua relazione - nel 2008 si è registrato un incremento del 95%, ma è nel 2009 che la situazione è diventata davvero drammatica con 1.381.675 ore di cig ordinaria autorizzate nei primi 8 mesi dell'anno”. Piergentili ha poi sottolineato che complessivamente le ore autorizzate per gli operai ed impiegati metalmeccanici rappresentano il 49,8% del totale della cig autorizzata in Umbria nel 2009. “Un peso enorme simile a quello di Regioni più industrializzate”, ha detto il segretario. E secondo Piergentili è compito del sindacato “non far richiudere questi lavoratori in difficoltà nel loro privato nelle loro disperazioni”, perché “la risposta non è nel gesto eroico e disperato”. Al contrario, ha affermato Piergentili, dobbiamo dirgli che la disperazione di ognuno è la disperazione di tutti, dobbiamo dirgli che c'è bisogno di lotta di partecipazione di mobilitazione. Per questo l'appuntamento del 9 ottobre è un passaggio importante”. La Fiom Cgil di Perugia ha annunciato l'intenzione di proseguire, insieme alla Cgil provinciale, nelle iniziative svolte in questo mese di settembre nelle aree industriali, nelle singole aziende. E questo perché secondo la Fiom “si acutizzeranno i problemi di centinaia di lavoratori delle aziende del territorio come Merloni, Minerva, Rapanelli Terex, Solfer solo per indicarne alcune”. Il dibattito si è poi spostato sulla questione centrale, alla base dello sciopero del 9 ottobre, ovvero l'accordo separato sul contratto nazionale dei metalmeccanici. “Il voler imporre un nuovo sistema di contrattazione, come stanno facendo, con una trattativa solitaria e isolata, Federmeccanica, Fim e Uilm, significa in realtà costruire un sistema che dà per scontato che una parte rilevante dei lavoratori dovranno essere scaricati con la crisi e, quindi, subire un sistema salariale fondato sulla produttività cioè sul super sfruttamento”, ha detto Giorgio Cremaschi nel suo intervento conclusivo. “I lavoratori dell'Umbria - ha aggiunto il segretario nazionale - saranno a Roma davanti alla sede della Rai prima di tutto per dire che bisogna rompere la coltre di silenzio che nasconde la gravità della crisi e la dimensione dell'attacco ai diritti dei lavoratori. Migliaia di lavoratori in questa regione rischiano il posto e tutti i segnali di ripresa, che vengono gonfiati da Governo e Confindustria, nascondono una verità drammatica e cioè che non c'è alcuna prospettiva, nei prossimi anni, di riassorbire al lavoro i cassaintegrati, i precari e i disoccupati se le cose non cambiano profondamente”. Numerosi gli interventi dei lavoratori intervenuti al direttivo (almeno 100 i presenti) tutti volti a sottolineare la loro clamorosa esclusione dalle scelte che li riguardano. “E' stato scelto di imporre un sistema contrattuale all’insieme dei lavoratori e all’insieme delle Organizzazioni sindacali senza prevedere alcuna consultazione, alcun voto, alcuna validazione democratica da parte nostra – ha osservato un operaio intervenendo nel dibattito - e quando si arriva a proibire e a impedire ai lavoratori e alle lavoratrici di votare sul loro contratto nazionale e aziendale, siamo di fronte a uno strappo sul terreno della democrazia”. Dal dibattito è emerso anche un messaggio rivolto a Confindustria, anche quella perugina. “Pensare di gestire le imprese, di gestire l’organizzazione del lavoro, di gestire la crisi escludendo la Fiom e ciò che rappresenta nel rapporto con i lavoratori non sarà una cosa semplice – ha avvertito il segretario Piergentili - Pensare di gestire le situazioni con un accordo separato sul contratto è una strada non praticabile, lo vogliamo ribadire anche alla Confindustria perugina ed al sistema delle aziende della provincia, perché bisogna fare i conti con le condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici e con il ruolo responsabile e la rappresentanza della stessa Fiom”. La Fiom di Perugia ha annunciato che sarà a Roma sabato 3 ottobre, in occasione della manifestazione per la libertà di informazione. Poi, l'appuntamento è fissato per venerdì 9 ottobre, con lo sciopero nazionale e la manifestazione sotto la sede Rai di Roma, insieme alle altre regioni del centro Italia. Nei prossimi giorni il sindacato comunicherà le modalità per raggiungere la capitale. Condividi