Rifondazione comunista dell’umbria è fermamente convinta che per rompere il bipolarismo tra simili – Pd e Pdl – e per trovare una alternativa alla crisi economica e sociale che devasta il modello libersita e che fa pagare le conseguenze ai ceti produttivi sani, ad iniziare dai lavoratori, occorra un lavoro di lunga lena, che indichi una uscita a sinistra dalla crisi.
Per questo occorre definire nella società un modello alternativo al liberismo populista e razzista di berlusconi e alle ricette moderate e fallimentari del Pd.
La spinta necessaria non può che avvenire da un processo unitario di tutte le forze della sinistra di alternativa, ad iniziare dal mondo dell’associazionismo, dei comitati, dell’arcipelago diffuso dell’impegno civile, democratico, progressista e di sinsitra. Oltre, naturalmente, dalle forze forze politiche che già si sono dichiarate disponibili. Rifondazione comunista, Comunisti italiani, Socialismo 2000, Rete dei comunisti.
Questo è l’impegno assunto formalmente anche dal Comitato regioanle unbro del Prc, all’unanimità, giovedì 24 settembre.
Per questo accogliamo l’invito lanciato da Socialismo 2000 dell’Umbria di aprire un tavolo per lanciare la fase costituente della federazione della sinistra di alternativa. Dando per scontato che la sconfitta della sinistra, oltre ch epolitica, è inanzitutto sociale e culturale; da lì occorre ripartire, dalla società e dalle sue contraddizioni.
In questo quadro si intreccia la vicenda della nuova legge elettorale regionale. Non in altri scenari.
La proposta di nuova legge elettorale avanzata dal Pd, per quanto imperfetta, è modificabile, anche se permetterebbe alla lista della federazione della sinistra di alternativa di avere una significativa rappresentanza in Consiglio regionale.
Sembra poco? Sembra insufficiente? Discutiamone. Ma il punto politico e istituzionale è: esiste oggi il rischio che le forze della sinistra siano cancellate dalle istituzioni oppure no?
Gli sbarramenti e i tentativi di sbarramento anche per i Comuni, le Province, le Regioni che in tanta parte d’Italia ci precluderebbero l’ingresso nei consigli sono realtà o favole metropolitane?
Perché ci si vuole attestare sulla salvaguardia della propria misera esistenza, subalterna ed insufficiente (fatta eccezione per piccoli ceti politici di provincia) invece che lottare unitariamente per la rappresentanza di una sinistra unita, di una forte sinistra di alternativa?
Rifondazione comunista dell’Umbria si muove in questo orizzonte, tutti da soli siamo insufficienti, occorrono processi unitari larghi ed includenti: la prospettiva del “pochi ma buoni” è semplicemente suicida, ovviamente se parliamo di politica e se abbiamo a cuore le sorti della sinistra di alternativa.
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