di Stefano Vinti
Rifondazione comunista dell’Umbria condivide le preoccupazioni dei pendolari, dei lavoratori che usufruiscono del trasporto pubblico su rotaia, dei ceti sociali più deboli per l’intesa che si va a prospettare tra Regione Umbria e Trenitalia per la gestione del servizio ferroviario in Umbria per i prossimi sei anni.
L’accordo prevede un aumento delle tariffe del 20 per cento a partire dal luglio 2010. A parte la consistenza della crescita del costo dei biglietti, veramente notevole, gli investimenti che si prospettano e le decisioni che si andranno a prendere attualmente non giustificano tale rincaro e non danno garanzie di un effettivo miglioramento del servizio.
Restano insufficienti i sistemi di monitoraggio del servizio offerto da Trenitalia, non ci sono ancora elementi che garantiscano un effettivo rispetto degli orari dei treni per i pendolari – visto che non esistono modalità per evitare ritardi di 15 minuti, ad esempio – e non si da la possibilità di rafforzare la capacità di contrattazione dell’utenza ponendo in agenda una programmazione interregionale che coinvolga l’intera tratta Roma-Firenze e quella Roma-Ancona, le più utilizzate dai lavoratori umbri che giornalmente si spostano in treno per raggiungere il posto di lavoro.
Per questi motivi Rifondazione comunista dell’Umbria ritiene ingiustificata l’ipotesi di aumento del 20 per cento dei biglietti sui treni nella nostra regione a partire dal prossimo luglio. Invitiamo la Regione ad individuare tutte le strade possibili per evitare che i pendolari, i lavoratori e i ceti sociali più disagiati della nostra regione subiscano un’ulteriore pesante erosione dei propri bilanci familiari.
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