di Daniele Bovi
"Il dramma di Orvieto non si deve ripetere in tutta l'Umbria". La butta sul tragico il presidente regionale del Pdci Mario Bartolini, che questa mattina ha tenuto una conferenza stampa in Regione per fare il punto della situazione, in vista delle prossime regionali, sullo stato della coalizione del centrosinistra e sulla legge elettorale.
Il segretario del partito Carpinelli non c'era ma aveva decisamente un'ottima scusante. Tre giorni fa infatti è nata Veronica, e il dovere di padre viene prima di tutto. Auguri vivissimi da tutta la redazione di Umbrialeft.
Ma torniamo al "dramma", che qualcuno meno tragico chiama normale alternanza democratica. Come evitarlo? Bartolini non ha dubbi. Primo, bisogna riunire la coalizione di centrosinistra per confrontarsi su idee e programmi da presentare ai cittadini. "C'è bisogno - dice - di un confronto interno. Al momento tutto questo non c'è ed è una grave carenza. Il giudizio sugli anni di governo è buono, ma questo non esclude un balzo in avanti in termini di idee e programmi. Ci vogliono idee per l'Umbria di oggi".
Andando oltre il congresso del Pd poi, Bartolini e il Pdci vedono molto bene un terzo mandato della Lorenzetti. La discussione, fanno capire dal Pdci, non deve essere incentrata sui nomi, ma, con un centrodestra primo partito in Umbria, "partire da un nome forte è già molto".
Comunque sia, Lorenzetti o non Lorenzetti, il Pdci vuole "una candidatura concordata. Il Pd ha il diritto-dovere di esprimere un candidato presidente, ma ha anche quello di concordare questo nome con le altre forze".
DOSSIER LEGGE ELETTORALE Qui l'affare si complica e il Pdci è pronto alle barricate contro questa legge. La polpetta avvelenata che va di traverso agli uomini di Carpinelli ha il sapore dello sbarramento. "Non è possibile - dice il consigliere comunale Pier Luigi Neri, anche lui presente alla conferenza - che in Provincia di Perugia lo sbarramento sia di fatto al 5% e in quella di Terni al 14%. Questa è una manovra bipartitica per escludere le piccole formazioni".
Altro tasto dolente è l'assegnazione dei resti: "Non è possibile - continua Neri - che i seggi assegnati con i resti vadano tutti ai partiti più grandi".
Se così sarà dunque, si andrà sui materassi. "Ricorreremo - dice - a tutti i mezzi democratici a nostra disposizione. Se necessario occuperemo anche il Consiglio regionale". Le proteste però non si fermerebbero al massimo consesso regionale, ma si estenderebbero anche alle province e ai comuni. Il Pdci non uscirebbe dalle giunte "ma - dice Bartolini - ci sono molti mezzi democratici per far sentire il nostro dissenso". Non escluso, quello del voto nei consigli.
FEDERAZIONE PDCI-PRC Sulla Federazione con Rifondazione il Pdci invece non vuol fare barricate ma, dicono, "non vogliamo essere costretti a farla per superare lo sbarramento. I partiti sono e restano due e deve essere un percorso condiviso da entrambi, senza costrizioni". Una parola di chiarezza arriverà il 2 ottobre, quando a Perugia scenderà il segretario Diliberto.
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